Iblea Acque? “Polveriera pronta a esplodere”. Un dossier in procura
Il futuro di Iblea Acque continua a destare preoccupazione e adesso, per mano di quattro consiglieri comunali, la questione si sposta in Prefettura. Oggi, presso la sala Gianni Molè dell’ex provincia, Gaetano Mauro e Peppe Calabrese (Ragusa), Piero Mandarà (Santa Croce Camerina) e Giovanna Caruso (Giarratana) hanno ricostruito le vicende nebulose che hanno finito per trasformare la nuova società di gestione del servizio idrico – costituita in house dai dodici comuni appartenenti all’Ati – in una “polveriera pronta a esplodere”. Un dossier sarà presentato alla magistratura, mentre i consiglieri hanno già richiesto un incontro col Prefetto per approfondire la tematica.
“Da mesi poniamo dubbi su assunzioni, concorsi, gestione – ha detto Gaetano Mauro, consigliere di Generazione, a Ragusa. – Prima la storia dei quattro posti messi a bando con nove partecipanti, senza alcuna pubblicità. Poi, la trasformazione di due di questi assunti nel ruolo di dirigenti, in completa violazione di legge e senza concorso pubblico. Il Comitato dei sindaci, che si occupa del controllo presieduto dal sindaco di Ragusa Peppe Cassì ha deliberato che i concorsi andavano rifatti, dando la più ampia pubblicità. Nulla di tutto questo si è verificato a distanza di mesi”.
Il 22 febbraio scorso, anche l’assessorato regionale alle Autonomie locali, in una nota indirizzata ai Sindaci ed alla Corte dei Conti, rilevava che l’incarico di Amministratore Unico conferito all’ing. Franco Poidomani sarebbe illegittimo essendo questo un ex dirigente pubblico in quiescenza e che come tale avrebbe potuto ricevere l’incarico solo per un anno e a titolo gratuito. Nel caso di specie, invece è pari a 3 anni con un compenso annuo di 95.000 euro lordi. “Anche qui, Iblea Acque riesce a stupire per indifferenza nei confronti della Regione. In forza di tale nota – ha detto Mauro – lo scorso marzo il comitato sul Controllo analogo decide di chiedere un parere pro veritate ad un avvocato per verificare la veridicità di quanto asserito dagli uffici regionali. Paradossale. Ad oggi, nulla”.
Il consigliere del Pd di Ragusa, Peppe Calabrese, ha parlato di un “silenzio inquietante” dei sindaci e del presidente dell’ambito territoriale idrico. “Il comune di Ragusa ha anticipato alla Iblea Acque Spa, la cifra monstre di 10 milioni di euro. Un’enormità per una società pubblica con capitale sociale di 97 mila euro. Ci chiediamo come saranno rimborsati questi ruoli e soprattutto chi dovrà pagare questa cifra a rimborso. Non siamo per privatizzare l’acqua, ma vogliamo che il metodo di gestione dell’acqua pubblica sia trasparente e legittimo”.
Il consigliere comunale di Insieme per Santa Croce, Piero Mandarà, ha evidenziato come nel suo comune “il costo dell’acqua gestito dal servizio pubblico abbia subito un incremento del 100% (sottratta la quota di ammortamento) rispetto a quando veniva gestito da una società privata. “Che senso ha una tariffa unica in una situazione di eterogeneità in cui comuni si trovano reti fatiscenti e contatori che mancano? E soprattutto chi finanzierà tali opere mancanti? Inoltre è necessario intraprendere le iniziative utili a ripristinare la trasparenza amministrativa e il principio di equità sotto il profilo economico”.