Acqua pubblica, i sindaci fanno scudo. “Sui concorsi però criteri da rivedere”
Il Comitato di controllo analogo di Iblea Acque ha stoppato le procedure concorsuali, bandite dallo stesso ente gestore, per le assunzioni di alcune figure professionali. E’ l’effetto del polverone suscitato da Gaetano Mauro, consigliere di Generazione a Ragusa, e ripreso da alcuni suoi colleghi nei vari comuni della provincia. Mauro contestava alcuni bandi “cuciti su misura”. Ieri il Comitato del controllo analogo, presieduto dal sindaco di Ragusa Cassì, si è in parte accodato alla richiesta di trasparenza: “Nel valutare le forme e la sostanza degli schemi di bando pubblicati per la selezioni dei dirigenti e dei funzionari da reclutare per un anno, per le necessità gestionali dell’ente, al fine di garantire la più ampia partecipazione alle selezioni – si legge – il comitato delibera di proporre all’amministratore unico, una modifica e integrazione degli schemi di bando”.
La richiesta è che “per il reclutamento di 2 dirigenti: non si fissino requisiti aggiuntivi rispetto all’esercizio comprovato della funzione di dirigente; per i candidati che hanno svolto mansioni di funzionario-quadro, richiedere il requisito della abilitazione professionale, senza limite temporale minimo”. Ed ancora, per il reclutamento di 4 funzionari bisogna “prevedere il requisito della abilitazione professionale senza limite temporale minimo e di sostituire le denominazioni delle lauree richieste con quelle rispondenti alle classi attualmente vigenti, facendo valere le equipollenze”. Alla luce delle modifiche, i sindaci chiedono di prevedere uno spostamento di 30 giorni della scadenza dei termini per la presentazione delle istanze di partecipazione.
Anche se la pessima figura rimediata da Iblea Acque e dal suo amministratore unico, Franco Poidomani, in questa prima fase della sua operatività, rischia di proiettarsi sulla tenuta (finanziaria) della stessa. Tanto che i sindaci, con un comunicato congiunto pubblicato in mattinata, ci hanno tenuto a ribadire il concetto: “I dodici sindaci della provincia di Ragusa, in maniera unanime ribadiscono che la gestione dell’acqua rimane pubblica e che Iblea Acque è una società di gestione delle reti idriche e della depurazione assolutamente pubblica. Contro ogni tipo di disinformazione, tutti e dodici i sindaci esortano i cittadini, che si sono visti recapitare la fatturazione a nome della società pubblica Iblea Acque, a versare quanto dovuto, continuando così ad esercitare il loro ruolo di utenti attivi e responsabili del buon funzionamento del servizio pubblico più importante per ogni comunità”.