Calcio, il Santa Croce sfata la maledizione del Kennedy con un poker
È un Santa Croce trasformato quello che nelle ultime quattro gare ha conquistato dieci punti. Un percorso da squadra di vertice quello degli uomini di Angelo Galfano che dopo la partenza in sordina, ha trovato la quadra e, soprattutto, ha ritrovato il gioco a lui caro. I primi tre punti conquistati fra le mura amiche hanno sfatato la maledizione del Kennedy, ma bisogna ammettere che le condizioni pessime del terreno di gioco rappresentano un vero tallone d’Achille per il modulo di gioco dei biancazzurri.
Nonostante tutto Ravalli e compagni, sabato, hanno buttato il cuore oltre l’ostacolo e dopo aver sbloccato la partita alla mezz’ora di gioco con capitan Totò Ravalli, nel secondo tempo hanno dilagato sbloccando l’astinenza della fase offensiva con le reti di Elton Ogbebor (seconda marcatura consecutiva), Bruno Bryan (anch’egli alla seconda rete stagionale) e del giovane Orazio Tomasi. Applausi e soddisfazioni anche da parte del pubblico presente che dopo la vittoria di Modica si aspettava una conferma dal Cigno e le quattro reti messe a segno sono state accolte con un entusiasmo che ha spazzato via tutta la tensione di inizio gara.
“Era ora che vincessimo una partita in casa – ha detto mistre Galfano -. Purtroppo, se andiamo a vedere il nostro cammino nelle gare fuori casa, ci accorgeremo che la mia squadra ha fatto gli stessi punti del Modica che è la capolista. È evidente che le condizioni del nostro campo ci penalizzano pesantemente, perché la squadra è abituata a partire da dietro e a giocare la palla, ma su questo terreno è impossibile fare tutto ciò. Anche oggi nel primo tempo, avevamo la possibilità di partire velocemente, ma non è stato possibile per i fattori che ho descritto poc’anzi. Spero che qualcosa si possa fare per migliorare, ma ho molti dubbi in riguardo. Resta il rammarico che ad oggi avremmo potuto avere più punti e invece abbiamo raccolto meno di quanto potevamo meritare. Ritornando alla partita, non posso che fare i complimenti ai ragazzi per la prestazione. Hanno dato l’anima, che era quello che gli avevo chiesto, e poi sono venuti anche i gol. Abbiamo giocato un buon calcio e sono contento per loro principalmente. Adesso dobbiamo stare con i piedi per terra, perché non eravamo brocchi quando perdevamo, ma non dobbiamo ritenerci dei fenomeni dopo aver conquistato quattro risultati utili consecutivi”.