I buchi neri dell’acqua pubblica: “L’Anac dica se le procedure sono a norma”
“Le nostre considerazioni sono rivolte non tanto ad Iblea Acque Spa, quanto all’ATI: attraverso la segnalazione all’Anac vogliamo sapere se l’iter procedurale deciso dal legislatore è stato espletato in modo corretto e a tutela dei cittadini, oppure se esistono dei profili di irregolarità”. Con queste parole il consigliere comunale di Ispica, Paolo Monaca, ha introdotto la conferenza stampa andata in scena questa mattina, al ‘Prima Classe’ di Ragusa, per appofondire i temi relativi alla gestione del servizio idrico in provincia di Ragusa. Assieme a lui altri consiglieri comunali: Serafino Arena di Ispica, Marianna Buscema di Scicli, Salvo Liuzzo di Comiso, Piero Mandarà di Santa Croce, Bianca Mascolino e Sara Siggia di Vittoria. Assente giustificato Giuseppe Sulsenti di Pozzallo.
Monaca ha precisato inoltre che “la politica non deve entrare nella modalità di gestione: si tratta di una questione squisitamente tecnica”. Monaca ha ripercorso i passaggi che hanno portato alla presa d’atto con cui i Consigli comunali hanno accolto la proposta dell’Assemblea Territoriale Idrica (composta dai dodici sindaci) di affidare il servizio in house: “Ci hanno detto che scadevano i bandi del Pnrr e che bisognava fare in fretta per non perdere i finanziamenti: peccato che poi non sia arrivato un solo euro”.
La questione ha toccato diverse direttrici: dalla nomina dell’Amministratore unico, nella persona dell’ing. Franco Poidomani, alle procedure assunzionali (rimesse in discussione persino dal Comitato per il Controllo analogo) fino al comportamento tenuto da Iblea Acque nelle varie realtà comunali. Presente anche il consigliere di Insieme per Santa Croce, Piero Mandarà: “A Santa Croce arriviamo da una gestione privata che si è conclusa a maggio di quest’anno. Da quel momento non abbiamo ricevuto più una bolletta, non siamo a conosenza delle tariffe che verranno applicate, e temiamo di dover pagare di più rispetto a prima. Chiediamo trasparenza. Purtroppo le nostre sollecitazioni, fin qui, non hanno ottenuto risposta”.
Sotto la lente d’ingrandimento alcune difformità che, per ammissione di altri consiglieri comunali, rendono difficile una lettura completa del fenomeno: ad Ispica, ad esempio, solo il 50% degli utenti del servizio idrico è provvisto di contatore per il calcolo a consumo, a Vittoria i contatori non esistono. A Santa Croce, invece sì: chi pagherà il costo per la realizzazione dei contatori laddove mancano? E poi c’è la questione dei “prestiti”: a Ispica sono stati anticipati 132 mila euro, a Santa Croce 57 mila per pagare gli stipendi dei lavoratori assorbiti da Mediale: l’Amministrazione ha dichiarato che questi soldi saranno restituiti entro la fine dell’anno con gli interessi: sarà vero? Inoltre, come verrà stabilito (su base forfettaria?) la differenza del costo dell’acqua da un comune all’altro? Il consigliere di Comiso, Salvo Liuzzo, ha manifestato più di qualche dubbio: “E se fossimo di fronte all’ennesimo carrozzone?”. A quel punto non avremmo risolto i problemi del servizio idrico, ma li avremmo solo aggravati. La risposta dell’Anac servirà a fugare i dubbi. Non tutti, ma almeno qualcuno.