Nati precoci, respiravano a fatica: tre gemellini dimessi dall’ospedale
Carla, Tommaso e Vittoria stanno bene. Sono i tre gemellini nati precocemente, alla ventinovesima settimana di gestazione, presso l’ospedale “Giovanni Paolo II” di Ragusa, e dimessi il 1° agosto. Per circa un mese e mezzo hanno beneficiato delle cure e delle attenzioni dell’équipe medico-infermieristica dell’Unità di Ostetricia e Ginecologia diretta da Giuseppe Scibilia e dell’Unità di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale (UTIN), guidata da Vincenzo Salvo. Il parto trigemellare, evento non molto frequente nella provincia iblea, ha dovuto fare i conti con uno spiacevole imprevisto: ossia il prolasso del cordone ombelicale di uno dei bambini che, la notte fra il 13 e il 14 giugno, ha richiesto il trasporto della mamma in sala operatoria e un parto cesareo d’urgenza. L’intervento è perfettamente riuscito.
Ad accompagnare e informare la madre durante il periodo della gestazione, garantendo un supporto psicologico non indifferente specie in prossimità dell’evento traumatico, è stata la dottoressa Concetta Puccia: “Non siamo stati noi a decidere il timing del parto – racconta -, ma l’evento stesso. In questi casi bisogna rassicurare la paziente e, al contempo, saper trasmettere il rischio, per evitare di sottovalutare qualunque sintomo”.
I tre gemelli, che pesavano circa un chilo a testa, hanno presentato da subito i sintomi da Distress respiratorio neonatale, grave patologia tipica della prematurità, e sono stati assistiti e rianimati immediatamente dal personale della Neonatologia-UTIN. Il processo di stabilizzazione cardio-respiratoria, avvenuto nell’arco delle prime 72 ore, è stato possibile grazie all’utilizzo delle più innovative tecniche di supporto respiratorio non invasivo, una forma di ventilazione meccanica che agisce in maniera più “gentile” sulla struttura polmonare, evitando così il rischio di danno polmonare, d’infezione e la necessità di sedazione farmacologica. “Grazie alla profilassi steroidea prenatale, alla ventilazione non invasiva, al supporto emodinamico, alle cure intensive ed alla tecnologia utilizzata per il monitoraggio continuo dei parametri vitali – conferma Vincenzo Salvo – siamo riusciti a garantire il miglior compenso cardiorespiratorio sin dai primi minuti di vita extrauterina, con un buon equilibrio metabolico, accompagnando i tre bambini verso la completa autonomia”.
Ma anche altri elementi hanno concorso all’esito positivo della vicenda: in primis la tempestività delle cure. “Un Centro Nascita di secondo livello come quello del “Giovanni Paolo II”, grazie alle competenze dell’équipe ostetrico-neonatologica, riesce a gestire prontamente gravidanze a rischio e patologie ostetriche, mantenendo un continuo livello d’allerta – dice il dottore Scibilia – Nel caso dei tre gemelli, grazie alla consapevolezza acquisita dal gruppo di lavoro, siamo intervenuti in piena notte ed in concomitanza di un’altra urgenza, attivando una seconda sala operatoria e mettendo in campo tutte le risorse necessarie alla migliore gestione di madre e neonati. La macchina organizzativa è andata sotto sforzo, ma ha retto bene”.
Superata la fase critica, è iniziato un lungo percorso che ha consentito ai tre gemelli il recupero di tutte le funzioni vitali, compresa quella nutrizionale, fino alle dimissioni. L’iter è stato facilitato dalla presenza di una stanza “Mamma-Bambino”, allestita presso i locali della Neonatologia per favorire il contatto costante fra madre e figli, fondamentale per lo sviluppo psicomotorio dei piccoli, facilitare il percorso verso la dimissione e migliorare il livello di umanizzazione delle cure.
“Grazie all’alta professionalità dell’équipe medica e infermieristica ed alle dotazioni tecnologiche – dice il dottore Salvo – siamo riusciti a garantire elevati standard assistenziali. La gestione dei primi giorni di vita è fondamentale per proteggere i bambini da complicanze future e lo abbiamo fatto nel migliore dei modi”. “Poter trasformare la paura negli occhi di una madre che teme per i propri figli, nel sorriso di una madre e di un padre che coronano il loro sogno di famiglia, ci conferma il senso del nostro lavoro e del nostro impegno – affermano i due primari -. La sinergia tra i reparti di Ostetricia e Neonatologia è un esempio tangibile di come l’approccio multidisciplinare coordinato e la motivazione comune, trasformano radicalmente gli esiti e, sempre con lo sguardo benevolo di chi è sopra di noi, ci fa ottenere risultati un tempo impensabili”.
Anche la Direzione strategica dell’ASP di Ragusa, con in testa il Commissario Straordinario, dott. Fabrizio Russo, si congratula con i direttori di Struttura complessa e le rispettive équipe per “aver contribuito al miracolo della vita. Il risultato e le modalità con cui è stato raggiunto, premiano il sacrificio, il lavoro di squadra e la capacità organizzative anche di fronte alle emergenze. Ma soprattutto rappresentano un modello di buona sanità e di profonda umanità per tutte le donne che si apprestano a diventare mamme e per le coppie che sognano di diventare famiglie. Auguriamo ai tre gemellini una splendida vita assieme ai loro genitori”.