La Cena dell’Istituto Psaumide fra rito, tradizione e scambio culturale
La celebrazione della festa di San Giuseppe risale al 1832, quando il Barone Guglielmo Vitale, dopo la sua morte, lasciò alla Chiesa Madre la rendita di tre vignali per solennizzare la festa del Patriarca. In questa occasione si preparavano grandi tavolate, le cosiddette “Cene”, che ancora oggi i fedeli offrono al nostro amato Santo per devozione o grazia ricevuta. Anche quest’anno, dopo la pandemia, la città ha ricominciato a ripercorrere le sue antiche tradizioni, a cominciare dalla scuola dell’istituto Psaumide di Camarina. A parlarne è la dirigente scolastica, la professoressa Paola Barrera, coadiuvata dalle responsabili del plesso di via G. di Vittorio, insegnanti Maria Giacchi e Angela Pagano, che già da lunedì sono impegnate con le rappresentanti di classe con il laboratorio artistico-manipolativo che ha coinvolto tutti i bambini nella lavorazione della pasta di pane per la realizzazione del “pane pulito”.
Martedì è stato il giorno della narrazione della leggenda di S.Giuseppe. A scuola è stata allestita la Cena con la variopinta coperta che fa da cornice alla tavolata, sono state fissate le arance amare e i limoni, con al centro il piccolo altare sul quale è stato posto un quadro raffigurante la Sacra Famiglia. Davanti ad esso è stata accesa una lampada ad olio, “a lampa”, e ai lati disposto “u lauri”, il grano fatto germogliare al buio. La tavola imbandita mette in luce i piatti caratteristici come baccalà, polpette di riso, frittate agli asparagi, pastizzi di spinaci e uva passa, vari tipi di biscotti e dolci come cubbaita, torrone, scaurati, cicirieddi, mastazzola, mustata, primizie, ortaggi e fiori profumati quali fresia e balicu.
“L’obiettivo – dicono le insegnanti del plesso – rimane quello di far conoscere alle nuove generazioni le nostre tradizioni e condividerle con tutti i bambini indistintamente, di qualunque religione, favorendo l’inclusione e la cooperazione, sia tra alunni che tra colleghi. L’elemento principale della tavola è il Pane di San Giuseppe, di diverse e particolari forme, lavorato e decorato da mani abili ed esperte, e da tutti i bambini coinvolti, cui abbiamo fatto conoscere i simboli e il loro significato. La presenza di diverse comunità ha arricchito ancor più l’inclusione e la tavola con dolci tipici di una cultura oramai tutta santacrocese”. Giovedì alle 11.30 si terrà la processione all’interno del cortile della scuola.
“I tre Santi saranno rappresentati da nostri alunni: Gesù sarà interpretato da un bambino di 3 anni, la Madonna da una bambina di 4 anni e S.Giuseppe da un bambino di 5 anni. Durante la processione saranno seguiti dal coro, dalla banda musicale e da tutti gli altri bambini fino a concludere la cerimonia con il classico rito della benedizione della “cena” e la tipica di San Giuseppe pasta servita tre Santi: “a principissedda”.