Casuzze, lo chalet della discordia: “L’unico verso è contro il bene pubblico”
Il nuovo Pudm e la presenza di uno chalet sulla spiaggia, in prossimità delle dune incontaminate di Casuzze, è finito al centro del dibattito politico. Che l’Amministrazione per la verità schiva: solo negli auguri di fine anno del sindaco Dimartino il tema è stato in parte affrontato. Il primo cittadino, infatti, ha ricostruito l’iter dell’ex piano spiagge, affermando che siamo solo all’inizio di una procedura che prevede il ritorno dello strumento in Consiglio comunale per l’adozione preliminare. Ma solo dopo le necessarie modifiche richieste dal dipartimento regionale all’Ambiente e apportate dal progettista. La giunta ne ha preso atto lo scorso dicembre, reinviando la bozza alla Regione.
Lo stabilimento, che fa temere molti casuzzari (come testimonia la presenza di un gruppo su Facebook), è ancora presente nel disegno di massima, seppur privo dell’area di affezione per gli animali. Tra i progetti di iniziativa comunale, invece, è stata reitrodotta la passerella in legno da Caucana a Casuzze, già prevista nella precedente versione approvata con delibera del Consiglio comunale nel 2011. Oltre che il completamento del lungomare di Punta Secca.
A intervenire sulla questione è il gruppo Santa Croce Attiva, guidato da Manlio La Ciura: “Giochiamo al gioco del domandare per sapere: ma è vero che a Casuzze nascerà sulla spiaggia uno stabilimento balneare che potrebbe deturpare l’ambiente? Ma è vero che questo progetto era stato già bocciato da un’amministrazione di centro sinistra e il progettista era un membro dell’attuale amministrazione comunale? Ma è vero che l’unico “verso” intrapreso è in favore del privato e contro il bene pubblico? Se tutte queste cose fossero vere – si legge nella nota – non resta altro che la mobilitazione dei cittadini e di tutti quelli che hanno a cuore l’interesse pubblico e l’integrità del nostro territorio. Chiedo all’opposizione in consiglio di farsi parte diligente al fine di farci sapere, dal momento che dal Palazzo del potere nulla trapela alla faccia della democrazia partecipata propagandata attraverso i selfie ma di fatto per nulla praticata”.