I primi dubbi su Iblea Acque sono di ItalExit: “Temiamo un fallimento”
“Premesso che in ossequio al risultato referendario del 2011 l’acqua è e deve rimanere un bene pubblico e a gestione pubblica, salutiamo con grande favore la scelta della Società in house costituita tra i dodici Comuni della nostra Provincia. Ciò, non deve, però, portare a ripetere la consolidata esperienza della stragrande maggioranza delle società pubbliche destinate al fallimento, trascinandosi dietro problemi finanziari che hanno coinvolto i bilanci pubblici, i fornitori, gli utenti e le famiglie delle maestranze”. Lo scrive in una nota il coordinamento provinciale di Italexit, il movimento di Gianluigi Paragone. “Leggendo gli atti e le relazioni approvate dall’assemblea dei soci, il rischio di andare incontro ad un ennesimo fallimento è reale. Ci chiediamo se i Consigli Comunali che hanno approvato l’adesione alla Società IBLEA ACQUE hanno preso visione delle relazioni”. Secondo ItaliExit emerge “con imbarazzante chiarezza l’approssimazione sul reperimento delle risorse finanziarie, puntando sui finanziamenti ipotetici del PRNN e senza prevedere un eventuale piano “B” in caso di bocciatura degli stessi”.
Inoltre, “si legge che in questa prima fase i comuni dovrebbero apportare un capitale di 15 milioni di euro e a leggere delle difficoltà del Libero Consorzio di Ragusa nel versare 155 mila euro di arretrati, non milioni, lo scenario è ipotizzabile: un calvario. Ma i dubbi riguardano anche il “reclutamento del personale per riempire il corposo organico di 205 dipendenti, nei vari ruoli, confidando nell’attività che dovrebbe essere attinto tra gli attuali operatori dei comuni confidando sull’azione persuasiva degli amministratori, dalle società private che attualmente gestiscono il servizio idrico, come nel caso dei Comuni di Santa Croce Camerina e Ragusa e dalle municipalizzate ove esistenti. Il resto tramite bando di concorso da affidare eventualmente a società specializzate”.
Un capitolo della nota di ItalExit riguarda il Comune di Santa Croce dove non emerge “nulla di chiaro rispetto al tariffario e su una giusta compensazione per tutti gli utenti che hanno pagato di tasca propria l’efficientamento delle reti idriche del proprio comune che dal primo gennaio saranno trasferite alla IBLEA ACQUE”. A Santa Croce sono serviti “dieci anni per ammortizzare le spese di ristrutturazione della rete idrica e molto probabilmente si dovranno sobbarcare le spese per sistemare la rete idrica colabrodo degli altri comuni nonché le spese per sostituzione dei contatori. Tutto ciò ha offerto il fianco ad una delle società che aveva manifestato l’interesse a gestire il servizio integrato che ha prontamente presentato ricorso al TAR per l’annullamento di tutti gli atti approvati in questi mesi, con possibile aggravio di spese ed eventuale indennizzo. Italexit vuole portare a conoscenza dell’opinione pubblica quanto sta accadendo, invitando le forze politiche e la cittadinanza a vigilare nell’interesse degli utenti, degli Enti e del personale che farà la scelta di migrare nella nuova Società”.