Bravi, belli e abbronzati. Ma serve buon senso per amministrare (od opporsi)
Le controversie politiche che scorrono sui social, soprattutto quelle di casa nostra degli ultimi tempi, hanno stancato un poco tutti. Gli ex assessori della giunta Barone, a turno, e il sindaco stesso, esortano l’attuale amministrazione a progredire in questa o in quell’altra faccenda che sanno di certo restare sepolta, da mesi, nei cassetti del palazzo di città (le case da demolire, il piano per la sicurezza, il Piano regolatore, il contratto Mediale…) mentre l’attuale primo cittadino, Dimartino e i suoi (l’addetto stampa e chiaramente qualcun altro!) rispondono puntualmente con fare saccente e molto discutibile. Contemporaneamente, prende ostinatamente parola anche chi non ne avrebbe diritto di farlo, chi si esprime senza cognizione di causa e senza una contrapposizione politica netta ed efficace.
Il futuro è incerto, nessuno rappresenterà la nostra provincia in giunta a Palermo. Forse era troppo scontato: resteranno a discutere su Facebook zio Peppino e zia Cuncittina. Siamo certi che entrambi hanno perso la memoria, tutto è giustificabilissimo, sono tutti belli e buoni, ancora abbronzatissimi e i complimenti di parte a questi amministratori, risultano essere faccenda scontatissima. Nel cassetto tra i progetti in cantiere c’è anche quello del buon senso: c’è chi lo tiene e chi deve farselo prestare…
Non piacciono gli scalmanati da tastiera che si scagliano a prescindere, soltanto per lanciare cumuli di odio, convinti di avere ragione a prescindere, perché espongono un pensiero differente: senza il giusto rispetto, le prese di posizione che si traducono in offese personali, sono cumuli di odio appunto. E da questo odio la politica che piace alla gente perbene prenderà le distanze. Il sindaco chieda a se stesso: sono qui, al governo, perché me lo merito o sono qui per una manciata di voti di un sistema elettorale fuori logica? Poi si dia una risposta sincera.