La Placa nuovo Vescovo di Ragusa. Il benvenuto di padre Puglisi
La Diocesi di Ragusa è in festa per la nomina del nuovo Vescovo, il sesto, dopo le dimissioni, dovute a problemi di salute, di Mons. Carmelo Cuttitta. Sabato 8 maggio, alle 12, presso la Cattedrale San Giovanni Battista di Ragusa, l’Amministratore apostolico, Monsignor Roberto Asta, ha dato l’annuncio al clero della Diocesi, lì riunito. Si tratta di Giuseppe La Placa, della Diocesi di Caltanissetta. La stessa cerimonia con annuncio, infatti, si è svolta nella cattedrale di Caltanissetta con il Vescovo Monsignor Mario Russotto.
Mons. Giuseppe La Placa, originario di Resuttano, classe 1962, ha un curriculum di grande spessore. Dopo aver conseguito la maturità classica e, a seguire, gli studi teologici presso l’Istituto “Mons. G. Guttadauro” di Caltanissetta, è stato ordinato Presbitero nel 1986. Ha conseguito a Roma la Licenza in Filosofia Teoretica, presso la Pontificia Università Gregoriana ed ha seguito i corsi per il dottorato. Numerosi i suoi incarichi, oltre all’insegnamento e l’iscrizione all’ordine dei giornalisti. Al momento della nomina rivestiva l’incarico di Vicario generale della Diocesi di Caltanissetta. Subito dopo la nomina, il Cancelliere, Don Paolo La Terra, ha letto il messaggio di Mons. Giuseppe La Placa rivolto alla Chiesa di Ragusa. Oltre al saluto verso coloro che lo hanno preceduto, ai sacerdoti e diaconi presenti, ha sottolineato: “Sento forte il desiderio di costruire con voi legami sinceri di fraternità, di amicizia e di stima reciproca, non solo perché siete preziosi collaboratori del Vescovo, ma perché insieme dobbiamo essere segno e testimonianza di quella comunione ecclesiale che siamo chiamati a costruire”.
Anche la Parrocchia “San Giovanni Battista”, di Santa Croce Camerina, ha voluto esprimere la propria gioia per la nomina di Mons. Giuseppe La Placa e, per l’occasione, ne abbiamo parlato con Don Salvatore Puglisi, che ringraziamo per la testimonianza resa.
“Non c’era nell’aria l’idea di chi potesse essere la persona individuata, di lui forse non se lo aspettava nessuno, e mi sembra corretto il metodo della Nunziatura Apostolica, ovvero quello dell’assoluto segreto per evitare commenti inutili. La Nunziatura manda al Vescovo locale o all’amministratore, alcuni giorni prima, una lettera imponendo il segreto e indicando in quale giorno ci sarà la nomina. Contemporaneamente la Sala Stampa vaticana comunicherà la nomina.
Monsignor Giuseppe La Placa lo conosco perché abbiamo partecipato insieme ad alcuni convegni, ma non abbiamo mai avuto modo di lavorare insieme.
Adesso lui dovrà decidere entro 90 giorni, secondo quanto stabilisce il Diritto Canonico, la data dell’ordinazione episcopale e il luogo in cui desidera avvenga l’ordinazione. Le possibilità sono due: o si fa ordinare nella sua Diocesi e poi prende possesso della sede di Ragusa oppure si fa ordinare direttamente a Ragusa quindi, automaticamente, l’ordinazione diventa presa di possesso. Sono scelte personali. La prassi normale in Sicilia è stata quella di farsi ordinare nella propria Diocesi e poi prendere possesso, successivamente. Monsignor Angelo Rizzo nel ‘74, quando io ero studente di teologia, si fece ordinare nella cattedrale di Caltanissetta e poi prese possesso nella Diocesi di Ragusa. Invece, Monsignor Paolo Urso ha fatto una scelta diversa. Nel 2002 si è fatto ordinare direttamente nella Diocesi di Ragusa, quindi l’ordinazione è diventata automaticamente presa di possesso.
Auguro al nuovo Vescovo di mettersi in ascolto profondo della realtà diocesana, che avviene non solo con un ascolto singolo del clero, ma anche delle realtà associative e delle parrocchie, per avere un quadro della situazione globale. Un quadro che, a mio modesto parere, ha bisogno di una spinta di rilancio forte e lui ne potrebbe approfittare perché nel 2025 la nostra Diocesi compie 75 anni, per cui, dopo un primo anno di orientamento, il Vescovo può indicare un cammino di evangelizzazione forte. Io l’ho pensato per la mia parrocchia, ma resto in attesa. Una grande missione diocesana significherebbe attualizzare quello che Papa Francesco dice nell’Evangelii Gaudium.
Attorno a questo ci sono tanti altri piccoli problemi, alcuni dei quali rimasti aperti, e a cui lui deve dare delle risposte. Papa Francesco ha aperto il Ministero del lettorato e dell’accolitato alle donne e, in questi giorni, ha annunciato la lettera per la creazione del Ministero di catechisti, maschi e femmine, che attualmente non esiste. Il Papa dà delle direttive, ma nella pratica si devono mediare, quindi si aprono nuovi problemi.
Secondo me un Vescovo deve saper essere un buon direttore d’orchestra ed è quello che gli auguro di tutto cuore. Spingere una parrocchia più avanti, frenarne un’altra, spingere avanti un sacerdote e frenarne un altro. Questo è quello che gli auguro: essere un buon direttore d’orchestra”.