Galuppi respinge le accuse: “Barone sa chi è responsabile del disastro”
Riceviamo e pubblichiamo la lettere aperta della consigliera comunale Antonella Galuppi, che replica alle ultime accuse del sindaco Giovanni Barone nei confronti delle opposizioni, ree di voler condurre il Comune verso il dissesto.
“Caro Sindaco Giovanni Barone,
quattro anni fa, quando è iniziato il cammino di questa amministrazione, mi sono sentita orgogliosa di farne parte con i miei “pochi” (402) voti. Ho sempre seguito la politica, non solo nazionale ma anche locale e ammetto che non avendola mai vissuta dall’interno ero fiduciosa nella possibilità di poter dare il mio contributo in modo fattivo, concreto. Per una come me che ha fatto dello studio uno stile di vita crescente e continuo, ho vissuto ancorata all’ideale politico di Aristotele. Sebbene siano passati secoli e secoli ho sempre creduto e credo che il suo pensiero sia valido tutt’oggi, perlomeno per quanto concerne due punti: la politica intesa come amministrazione della città per il bene di tutti e alla quale partecipano tutti. Se penso all’emozione di sedere per la prima volta fra i banchi dell’Aula Consiliare mi commuovo ancora. Quanto ero ingenua! Rappresentare, non solo i cittadini che mi avevano espresso fiducia con il loro voto, ma altresì agire per l’interesse di tutti, senza alcuna distinzione, mi infondeva una grande forza. Poi è caduto il velo che copriva tutte le belle cose e le sorprese non sono mancate.
Quante accuse ho dovuto incassare da persone che conoscevo di striscio o che non sapevo neppure chi fossero, per cose che non erano ascrivibili a me. Quante volte sono tornata a casa a tarda sera con la nausea e la gastrite, dopo dei consigli comunali esplosivi, solo per parare improperi e cercare di difendere, non me stessa, perché non avevo nulla di cui difendermi, ma situazioni o idee collettive. Che squallore sapere che persino il posto in cui sedevo, che non ho scelto io ma mi è stato indicato di occupare il primo giorno in cui mi sono insediata, era oggetto di invidie e discussioni. Per non parlare del fatto di essere considerata “un problema” solo perché non si volevano rispettare degli accordi politici pregressi, già definiti in campagna elettorale, e si è voluta scaricare su di me la responsabilità di aver logorato la maggioranza.
Gradualmente, le speranze di poter contribuire in modo fattivo al miglioramento della mia cittadina si è infranto contro tutti gli ostacoli, posti a ripetizione in modo occulto o palese, contro gli arroccamenti atti a far rimanere fuori chiunque volesse accedere, per diritto, alla cabina di regia. “Questa è la politica” ho sempre sentito dire intorno a me, che sarebbe un modo pulito per dire che dalla politica ci si deve aspettare questo e altro. Invece no. Questa non è la politica, queste sono le persone che, in questo momento storico, operano dentro la politica! Ebbene, io che non ho mai sbandierato proclami elettorali o comunicati stampa a titolo personale per farmi pubblicità politiche, delle quali non ho bisogno, mi sento di replicare a certe allusioni sull’irresponsabilità, definita tale, dell’opposizione.
Caro Sindaco, lei reputa che per me sia stata una passeggiata sostenere un candidato sindaco, aver contribuito alla sua elezione e poi “vedersi costretta” a passare all’opposizione? Come reputa un consigliere comunale che, per coerenza politica e per rispetto verso i cittadini, continua a votare positivamente le delibere sue o della sua Giunta, presentate in Consiglio comunale a giochi fatti, solo per evitare di danneggiare la collettività? Ricordo ancora le parole di una persona, suo oppositore durante la campagna elettorale, suo grande amico e diventato poi vicino, molto vicino, nel corso di questo suo attuale mandato. “Per fare politica ci vogliono i numeri, non le competenze” mi ha detto lui quando, ancora, non avevamo stretto con lei la coalizione che ci avrebbe portati alla vittoria. Quanto si è sbagliato costui, io avevo entrambi e non è servito a nulla. Quindi le accuse generiche fatte, non alla mia persona ma all’opposizione di cui faccio parte, che ci tacciano come coloro che vogliono mandare in dissesto il comune con il loro voto sfavorevole, mi sembrano davvero eccessive, soprattutto se la responsabilità di tutto questo disastro lei sa benissimo di chi è. “Chi è causa del suo mal, pianga se stesso” e non cerchi capri espiatori, aggiungo io”.