Pd e Art.1: “Revocare convenzione con l’avvocatura della provincia”
“Riteniamo opportuno che sia revocata la convenzione con l’Ufficio legale della Provincia, attraverso la quale questa Amministrazione comunale ha affidato e continua ad affidare tutte le cause civili ad un unico avvocato del Libero consorzio comunale di Ragusa”. Lo scrivono in una nota Pd e Articolo Uno. La questione era già stata sollevata da un’interrogazione rivolta al sindaco dal consigliere Salvatore Cappello. Barone aveva replicato che “l’Amministrazione ha fatto tutti gli approfondimenti del caso, giungendo alla conclusione che nella convenzione” con l’Avvocatura dell’ex provincia “non è insito alcun rischio, ma solo vantaggi”. “Questo sistema non va bene – rilanciano adesso i due partiti di centrosinistra – Non è legittimo e bisogna cambiarlo”, per questo “abbiamo presentato una mozione urgente che sarà discussa al prossimo Consiglio comunale: per la revoca di questa convenzione; per instituire un albo dei professionisti che intendono collaborare con il Comune di Santa Croce; per affidare gli incarichi “a rotazione”.
Nel testo della mozione vengono indicati cinque motivi per i quali le spiegazioni fornite fin qui dal sindaco non possono essere accolte. Eccone alcuni: intanto, “per pacifico orientamento del CNF (consiglio nazionale forense) è escluso che l’avvocato dipendente di un ente pubblico possa svolgere attività in favore di altro ente”; “il superiore orientamento – inoltre – è confermato dalla giurisprudenza della Cassazione: persino “la giurisprudenza amministrativa ha ravvisato nella realizzazione di una Convenzione, senza l’Istituzione di un ufficio unico di avvocatura, un vero e proprio appalto di servizi vietato dalla legge (vedi Consiglio di Stato n. 2731 del 07.06.2017)”. “In assenza di domanda e di relativa delibera di iscrizione degli Avvocati dipendenti del Libero Consorzio di Ragusa nell’elenco speciale di cui all’art. 15 lettera b) legge 247/2012, gli stessi potranno patrocinare solo per l’Ente pubblico indicato nell’elenco medesimo” è un’altra delle motivazioni. Da qui l’illegittimità della convenzione e la richiesta di revoca con cui si invita il Consiglio comunale a impegnare l’Amministrazione.