Da oggi gli over 70 possono prenotare il vaccino: ecco come fare
Da oggi, in Sicilia, tutti i cittadini dai 70 ai 79 anni (dalla classe 1951 fino alla classe 1942) potranno avere accesso ai sistemi di prenotazione per richiedere il vaccino anti Covid. Entra nel vivo, infatti, una nuova fase della campagna vaccinale che complessivamente potrà interessare una platea di oltre 567 mila persone alla quale verrà somministrato il vaccino AstraZeneca (esclusi i soggetti estremamente vulnerabili: clicca qui). Le procedure di prenotazione sono analoghe a quelle già in atto nel territorio della Regione per altri target della campagna vaccinale: si può, infatti, adoperare la piattaforma della struttura commissariale nazionale, gestita da Poste Italiane (prenotazioni.vaccinicovid.gov.it) o attraverso il portale regionale (www.siciliacoronavirus.it).
Oltre alla modalità online, è possibile prenotare anche attraverso il call center dedicato – telefonando al numero verde 800.00.99.66 attivo da lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 (esclusi sabato e festivi) – attraverso i 687 sportelli Postamat e tramite il canale costituito dai portalettere di Poste Italiane che possono inserire in agenda gli appuntamenti richiesti dai cittadini appartenenti alla categoria interessata. Nelle prossime ore, inoltre, le Asp cominceranno a contattare avvocati e magistrati sulla base degli elenchi forniti dai rispettivi ordini. Per queste ultime categorie non sarà necessario ricorrere al sistema di prenotazione.
“Resta il problema delle persone fragili – ha ammesso ieri l’assessore Razza – per le quali è obbligatorio solo l’utilizzo di Pfizer o Moderna. Comprendo quanto possa apparire assurdo che molti siano ammessi al vaccino prima di loro, ma non decidiamo noi quante dosi Pfizer e Moderna vengano inviate. Confido molto nella possibilità che vengano autorizzati e distribuiti anche altri vaccini con le medesime caratteristiche, perché bisogna fare presto per proteggere tutti coloro che hanno maggiori esposizioni a patologie gravi. Spero, sinceramente, si vogliano considerare tutte le persone più a rischio: trapiantati, dializzati, disabili, malati oncologici, diabetici, solo per fare alcuni esempi e senza escludere nessuno”.