Franca Iurato torna e punge: “Oggi chi amministra travisa la realtà”
“Da quando ho abbandonato la politica attiva ho deciso di non commentare l’operato di chi mi ha succeduto. Stavolta sento il dovere civico di farlo, da cittadina, senza alcuna nostalgia del passato né ambizione futura. Senza colori politici e libera, come sono sempre stata, consapevole del fatto che la politica passa ma cittadini lo si è sempre”. Così l’ex sindaco di Santa Croce, Franca Iurato, rompe il silenzio e interviene sui social. “Mi corre l’obbligo di precisare solo alcune delle cose che sono state stravolte per puri fini propagandistici – scrive su Facebook la Iurato -. Questa realtà travisata, offende le intelligenze dei cittadini e approfitta della buona fede delle persone che non hanno gli strumenti per verificare le informazioni, volutamente alterate, che gli vengono propinate. Vado al dunque: ho visto, letto e ascoltato con meraviglia che di molte opere e obiettivi raggiunti da me e dalla mia squadra si è attribuito la paternità chi governa oggi il paese. Queste esternazioni, a mio parere espresse in maniera inconsapevole o peggio, in malafede, non potevano passare sotto silenzio e, senza timore di essere smentita elenco ciò che è frutto del mio lavoro nell’amministrazione precedente: Arredo scolastico, banchi e sedie; ristrutturazione Caserma Carabinieri; allacci nuova rete idrica; avvio progetto pubblica illuminazione; piano settennale rifiuti differenziata; adesione patto dei Sindaci; sicurezza antisismica delle nostre scuole; salubrità delle acque e salute pubblica, sistemazione e adeguamento depuratore; efficientamento energetico 10 aule; piano di emergenza di protezione civile; Museo Civico”.
“Le suddette – continua l’ex sindaco Iurato – sono state raggiunte con fatica, senza tifosi e con profondo rispetto delle istituzioni e dei cittadini, tutti. Proprio a voi compaesani pensavo quando, al termine del mio mandato, ho pubblicato un opuscolo che non è altro che la copia fedele del “Rapporto di fine mandato”. Trattasi di un atto ufficiale, da depositare alla Corte dei Conti e nel quale, non si può barare. L’onesta intellettuale, se c’è, non dovrebbe venire meno per acquisire consenso o per mera vanità. Chiudo e non tornerò più sull’argomento, con una considerazione: la vita politica è una parentesi, quando si chiude ci si ritrova sempre soli, davanti a uno specchio. Lì non è l’immagine che conta ma si riflette la propria coscienza che può diventare una bestia feroce con cui fare i conti. La mia è serena, a posto”.