Giavatto firmerà la sfiducia: “Questo sindaco è diventato un podestà”
Giovanni Giavatto è pronto ad appoggiare la mozione di sfiducia al sindaco Giovanni Barone. E’ quanto dichiara l’ex assessore ai Lavori pubblici all’interno di una nota in cui si scaglia sui tre consiglieri di ‘Santa Croce Rivive’, una volta colleghi di maggioranza. “Il gruppo cosiddetto di Piero Mandarà – spiega Giavatto, anch’egli componente di ‘Ripartiamo Insieme’ – è uscito dalla maggioranza non per sua volontà, perché impazzito, ma perché costretto dall’operato del sindaco, che subito dopo, ad Amministrazione insediata, ha fatto vedere la sua vera natura di soggetto divisivo per finalità di “podestatite”, sostenuto in ciò dai residui tre consiglieri della consistente iniziale maggioranza di otto, che gli sono rimasti vicino perché anche loro divisivi per loro esclusive finalità”. Un gruppo, secondo Giavatto, capitanato “dalla nuova Vice Sindaca (Giulia Santodonato, ndr), che dopo tanto tramare e trescare, oggi si fa paladina e dichiara che “lavorerà per unire e sanare” affinché non ci siano più malintesi all’interno della macchina amministrativa (chiederei questi malintesi chi li ha creati) e perché si possa lavorare in armonia e programmare in modo da “arrivate compatti” a fine legislatura e alle Amministrative del 2022”.
“Talia chista come a sturiau… – è il commento in siciliano di Giavatto – Certo, ma solo finchè non ci sono o non ci saranno altri personaggi ingombranti da eliminare, comu ci rissa u dutturi. Singolare dichiarare che lavorerà per unire e sanare, lei che con il suo capo sindaco, non hanno mai lavorato per unire e sanare alla luce del sole, ma solo per dividere, imbrogliando e brigando, come hanno fatto con noi legittima maggioranza, e di recente con l’ingombrante Vice Sindaco Frasca, prima cercato e coccolato, per fare fuori un altro Vice Sindaco e garantirsi una fasulla nuova maggioranza al posto nostro, e dopo divenuto “pesante”, di intralcio, e subito scaricato con ridicole scuse, sotterfugi e trame come è nella loro natura e costume. Un teatrino delle barzellette, ma scherzando con le “cose” serie, con l’Amministrazione del bene pubblico. E tutto ciò finalizzato non per il bene della cittadinanza, ma per non schiodarsi dalle poltrone, al pari del loro sindaco-podestà”.
“Tutto ciò piuttosto che dimettersi/ci per lo stomachevole spettacolo offerto al Paese – contrattacca Giavatto -, e rimettere il mandato ai cittadini traditi, ingannati, imbrogliati. La solida maggioranza con la quale ci aveva premiato è stata sfasciata, non c’è più; e non c’è più, svanita in un batter di ciglia, nemmeno quella raffazzonata con l’opposizione, per sbatterci fuori (per inciso: dov’era colei che doveva unire e sanare?). Adesso che non c’è più “trippa per gatti”, e non apparendo chiaro quale compattezza (e con chi) invoca la Vice Sindaca per arrivare a fine legislatura e alle Amministrative del 2022 (se lo sognano giorno e notte, come fosse una prescrizione medica), sarebbe bene e corretto, come bene dicono quelli di Articolo Uno, dimettersi e dare la parola ai cittadini sovrani. Ma voi questo vocabolo non lo conoscete. Non avete il coraggio di affrontare una bellissima campagna elettorale, vi ci vuole una maschera dopo il bellissimo spettacolo offerto, non previsto, non programmato e non decantato nei pubblici comizi”.
“Mi chiedo, adesso che il Sindaco con la sua fallimentare, ottusa, arrogante condotta è rimasto “nudo” e circondato, nei fatti, soltanto da tre consiglieri fedeli, finché qualcosa non si rompe anche con loro, ha senso dire che saremo “costruttivi e responsabili” allungando la vita a questa Amministrazione truffa, innaturale, di irresponsabili, che i cittadini non hanno di certo voluto e che palesemente ormai non apprezzano? – rilancia Giavatto – Sarebbe come dar vita ad uno stagno, in cui non poter buttare nessun sasso per smuovere l’acqua per non lasciarla imputridire. Non è per questo che abbiamo, che ho, chiesto il voto ai cittadini, no, e allora bisogna ridare la parola ai cittadini e ristabilire le verità. Non ci si vuol dimettere, che allora ci siano cinque consiglieri che firmino un formale atto di sfiducia a questo inqualificabile Sindaco e si indicano nuove elezioni come è giusto che sia visto che abbiamo tradito la fiducia degli elettori di Santa Croce Camerina”.
“Il mio voto – preannuncia Giavatto – ci sarà assieme a quello dei cinque o per farne cinque, e se altri non firmeranno, bene ne renderanno conto ai cittadini prima o poi… intanto vediamo chi ha fatto inciuci e comparaggi e chi no. Altre considerazioni di responsabilità e costruttività, per essere stampella di questa fasulla Amministrazione, gli elettori, già nel baratro in cui sono stati scaraventati, non saprebbero che farsene e sono desiderosi, a sentire in giro, di andare a rivotare, pronti a valutare e distinguere scegliendo questa volta con più chiarezza e con meno fumo negli occhi. Non si può stare alla finestra aspettando di volta in volta… che cosa? Atti che sanno solo di calpestata democrazia e di negata partecipazione democratica? Atti frutto di una palese volontà di un Podestà? No! Non si può. Non possiamo, abbiamo tutti una grossa responsabilità, è arrivato il momento che ciascuno si prenda pubblicamente, in modo chiaro, trasparente e coraggioso la propria responsabilità di tenere o non tenere ancora in vita questo obbrobrio amministrativo, che regge solo per questioni di interessi, di orgogli e di ambizioni personali che tradiscono l’onestà di tutti i cittadini del paese. Un commissario per il periodo di esercizio del suo mandato farà di certo meno danni di quanto sicuramente farà una Amministrazione che non è una Amministrazione, se non la palestra di un Cesarione”.