Fonte S.Martino sepolta dal degrado: “Il comune di Ragusa intervenga”
FareAmbiente ha scritto al sindaco Giovanni Barone, per chiedergli di fare da portavoce con il sindaco di Ragusa Peppe Cassì, allo scopo ripulire le strade adiacenti ai confini comunali dall’abbandono indiscriminato di rifiuti. Quelle che prima erano strade consortili, e adesso risultano abbandonate. Quella di San Martino, che porta verso Randello, presa di mira da parte di chi delinque abitualmente, abbandonando decine di quintali di rifiuti, chiaramente in assenza di servizio di raccolta, è di competenza del comune di Ragusa. E’ la strada dove insiste la fontana di San Martino e dove il sindaco Barone aveva posto la foto di San Giuseppe. Il bello e storico “abbeveratoio” adiacente ad una sorgente, oramai secca, qualche anno fa era stata strappata al degrado e all’incuria e restituita per dedizione alla comunità santacrocese come “figlia” della nostra terra.
Diventa inutile raccontare, vista l’enorme mole di rifiuti e l’assenza più completa del comune capoluogo, che in quella celebre fontana si refrigeravano coloro che rientravano dai lavori di campagna. Alcuni vi si fermarono dopo essersi accaparrati un grande blocco in legno, dato al maestro Salvatore Bagnasco che gli diede le sembianze di San Giuseppe lavoratore. La leggenda è fortemente legata a quella sorgente d’acqua che racchiude un valore simbolico e speciale. Lasciata a marcire per decenni sotto il peso schiacciante del degrado, la fontana era stata ripulita dai tanti volontari, tra cui anche quelli di FareAmbiente, che avevano sentito il dovere di salvaguardare un pezzo di storia santacrocese. “Il sindaco di Ragusa – dice Salvatore Mandarà – gode a discapito di tutti gli altri comuni iblei, delle royalties petrolifere, per la salvaguardia e tutela dell’ambiente e per il decoro, che sicuramente potrebbero essere ben spesi per una strada molto importante per gli imprenditori agricoli, che diventa ancor più importante per l’igiene, la salubrità e il rispetto delle più elementari norme di civismo”.