Punta Secca, il tramonto a pagamento e i diritti negati (solo ad alcuni)
“Piazza Torre, una vista per pochi: scoppia la bagarre sul recinto” è il bel titolo che abbiamo letto su queste stesse pagine nei giorni scorsi e che a chi scrive fa sorgere una spontanea domanda: “Ma non era meglio un bel… muretto a secco?”. Se non altro sarebbe stato in armonia con il restante territorio ibleo così elegantemente ed armoniosamente costellato da autentici capolavori del lavoro umano, vere e proprie delizie per la vista e fors’anche “in tinta coordinata” con la stessa torre Scalambri.
Ma ormai ogni decisione è stata assunta ed è così che abbiamo potuto assistere al proliferare di tavolini, sedie e divani in misura davvero più ragguardevole rispetto a quello che ci si sarebbe aspettato a fronte dell’ipotizzato +50% degli spazi riservati alle medesime attività commerciali nei decorsi anni (senza alcuna corresponsione, peraltro, di tributi per occupazione di suolo pubblico).
Dura lex sed lex. Sul tema, ci hanno riflettuto e discusso per giorni e giorni fior fior di esperti, scienziati, cervelloni, task forces e così via. In tutto ciò, a nulla servono le sommesse lamentele di tutti quei “normali cittadini”, quelli che in fondo sono “il popolo” (il volgo) e che si vedono privati di quegli spazi un tempo deputati ad accogliere decine e decine di turisti tutti pronti a godersi lo splendido scenario offerto dalla piazza ovvero a gustarsi gli strabilianti tramonti. A loro è riservato uno spazio davvero angusto e (almeno per ora) limitato alle sole panchine fino a quando non verranno anch’esse occupate dagli avventori dell’adiacente esercizio commerciale come già si è verificato nelle decorse stagioni.
Ironicamente si domanda il consigliere Cappello: “Sindaco, quanto si pagherà per immortalare un tramonto? Avete già fissato le tariffe?”. Perché ci manca solo quello! Un adeguato e popolare ticket di accesso alla piazza (magari vigilata da apposito personale che dopo aver sorvegliato la regolare corresponsione di quanto dovuto per il parcheggio nelle strisce blu) ammette i turisti a fotografare il tramonto, nel rispetto del doveroso ed irrinunciabile distanziamento sociale…
Oggi prevale la conclamata idea riassumibile nella riferita dichiarazione dell’Assessore allo Sviluppo Economico, che nel buttare acqua sul fuoco dichiara: “Pur di aiutare i commercianti, concederei tutti i tavoli e le sedie di questo mondo. Le polemiche appaiono strumentali e offensive rispetto alla gente che ha sofferto”. E già, perché in questo Paese gli unici ad aver sofferto sono stati i commercianti, i baristi, i ristoranti… in una parola solo coloro che svolgono attività mercantili.
Tutti gli altri, obbligati a stare reclusi in casa, a lavorare attraverso il cosiddetto “smart working”, a svolgere attività di docenza attraverso un cellulare et similia si sono soltanto divertiti ed hanno abbondantemente goduto di una tale situazione.
Sempre autenticamente attuale l’antica saggezza popolare “chiagne e fo…”. I diritti sono sempre e solo quelli di chi più chiagne. Tutti gli altri, i cittadini di serie B, non hanno mai avuto alcuna voce in capitolo e quindi è del tutto inutile che continuino a frignare.