Il presepe di Pasqua “al Giardino di Bianca”: la storia al tempo del Covid
Continua al Giardino di Bianca l’antica tradizione che vuole che il presepe non venga fatto solo a Natale, ma anche a Pasqua, come rappresentazione della passione e della risurrezione di Gesù. Nell’impianto scenografico di quest’anno, viene tracciato un percorso incentrato su venti scene ed in particolare sulla fede in Dio che ci mette quotidianamente alla prova. Nella prima scena, Dio, per mettere alla prova la fede di Abramo, gli ordina di sacrificare il proprio figlio Isacco. Abramo si reca senza esitazioni sul monte Moriah e mentre sta per compiere diligentemente il sacrificio, impugnando già il coltello, un angelo del Signore scende a bloccarlo e gli mostra un ariete da immolare come sacrificio sostitutivo.
La scena, interpretata come prefigurazione del sacrificio di Cristo, è uno dei percorsi salienti del Pentateuco che mette in luce l’amore infinito di Dio. Il presepe offre ancora molte scene, come i discepoli di Emmaus, l’apparizione nel lago di Tiberiade, l’incontro con Pietro e l’affidamento alla chiesa. Ed ancora l’ascensione: “Andate a due a due e annunciate la mia parola con il mio vangelo”, per poi decantare la discesa dello Spirito Santo e la Pentecoste con le sette invocazioni allo spirito santo: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà e timore doni di Gesù per la nascita della chiesa. “Sappiamo bene – dice Giuseppe Fiaccavento – che le foto pubblicate non rendono giustizia alla bellezza del racconto, in cui le tante riflessioni evidenziano l’importanza della vita e dell’amore di Dio verso noi tutti”.