Da Firenze, con amore. La lettera del dott. Albora: “Resistiamo insieme”
Gentile Direttore, Le scrivo questa lettera chiedendoLe, qualora lo ritenga opportuno, di pubblicarLa nel suo giornale. Come Lei sa e sanno molti lettori e concittadini, sono un figlio di Santa Croce che, ormai da quasi 9 anni, vive ad oltre 1200 km di distanza, a Firenze. Nonostante ciò mantengo dei legami affettivi molto importanti con la terra camarinense che mi spingono ad intervenire, oggi più che mai, nel dibattito pubblico cittadino. E’ proprio in questo drammatico momento che sento il bisogno ed il dovere di rivolgere un pensiero ed un appello al mio, anzi, al nostro paese. Lo faccio in virtù del ruolo sociale e professionale che svolgo, ovvero quello di medico di sanità pubblica.
La grave situazione che stiamo vivendo non ha precedenti nella storia repubblicana del nostro Paese e temo che il rischio verso cui stiamo andando incontro non è ancora adeguatamente percepito. Non lo è soprattutto in quelle realtà in cui i contagi da SARS-CoV-2 sono più bassi rispetto ad altre zone d’Italia. Tra queste realtà è presente sicuramente la Sicilia con l’ex provincia di Ragusa ed il nostro comune. Se da una parte questo ci consola, dall’altro deve spingerci sempre di più ad agire correttamente eseguendo rigorosamente i decreti, le ordinanze e le disposizioni del governo, della regione e degli organi competenti di sanità pubblica territoriali. Le prossime settimane saranno decisive ed agire in tempo è fondamentale.
Il mio invito va davvero a tutti i cittadini, senza distinzione alcuna. Cercate di rimanere in casa il più possibile, limitate gli spostamenti al solo svolgimento di attività indispensabili, eseguite un’accurata igiene delle mani e mantenete le distanze di almeno 1,5 mt durante le attività che siete costretti ad eseguire all’interno della società. Sono poche regole e piuttosto chiare. Sono consapevole di quanto la limitazione della nostra libertà, soprattutto per cause che non dipendono dalla nostra volontà, sia difficile da accettare, ma oggi è l’unica arma che abbiamo e possiamo mettere in atto contro questo virus e la conseguente patologia (Covid-19) che è in grado di provocare.
Un invito particolare va tutti i giovani che in queste ore sono ritornati nella terra natia dalle cosiddette “zone rosse”: espletate il vostro periodo di isolamento con coscienza ed eseguite pedissequamente le disposizioni delle autorità competenti, evitando quanto più possibile i contatti sociali, soprattutto con i soggetti appartenenti alle categorie a rischio. I danni che ne potrebbero derivare sono immensi ed a rischio non è soltanto la salute del singolo, ma quella dell’intera popolazione e la tenuta del sistema.
Scrivo questo messaggio con il cuore in mano, nella speranza che questo terribile virus possa essere presto fermato e che il sottoscritto, così come tutti i figli di quella terra che per motivi di studio e lavoro si trovano fuori regione, possa riabbracciare presto quel paese, quel mare e tutti voi. Sforziamoci, resistiamo e lottiamo tutti insieme (con le dovute distanze spaziali) perché solo così potremo realmente venire fuori da questa tremenda epidemia.
Dr. Giuseppe Albora
Medico Chirurgo
Medico in form. specialistica in Igiene e Medicina Preventiva
Università degli Studi di Firenze