Vandali vestiti da Carnevale: in piazza degli Studi distrutta la stele Avis
C’è in molti cittadini l’errata consapevolezza che ciò che non appartiene al singolo – quindi ciò che è pubblico – non sia degno di tutela e quindi possa essere rovinato. Invece di pensare “non è mio” si dovrebbe riflettere sul “è di tutti”; e quindi è logico che si dovrebbe ragionare in positivo, non in negativo. Non è solo la concezione di tanti extracomunitari presenti a Santa Croce Camerina. Per molti non è così, e allora vediamo piante divelte, lampioni rotti nella scalinate del “passamano” e dell’ex “macello”, cartacce e cicche per terra e bottiglie di birra lasciate ovunque. Si ha scarso rispetto per le cose pubbliche, per ciò che dovrebbe essere invece visto come proprietà comune, come cosa di tutti. Ultimo esempio, e forse si aspettava proprio il carnevale a Santa Croce Camerina, di questo distorto modo di pensare è la penosa distruzione avvenuta la notte scorsa della “Stele dell’Avis” per l’ennesima volta in Piazza degli Studi. Da qualche tempo denominata “piazza dello spaccio”, rovinata da ignoti teppisti poco dopo le 22.00 in abiti carnevaleschi. Li si può definire vandali, maleducati, idioti o meglio usare aggettivi più pesanti? Non sta a noi trovare i vocaboli giusti che si addicono loro, ma le foto provocheranno (speriamo) in chi legge profonda indignazione, tale da trovare aggettivi più qualificanti.
C’è chi dirà che pubblicando foto della piazza distrutta non facciamo altro che fare il gioco dei vandali. Non la pensiamo in questo modo. Bisogna che tutti vedano e sappiano quanta gente egoista c’è in giro, gente che, o per puro divertimento o per noia, la notte non trova altro di meglio da fare che andare in giro, con la consapevolezza dei pochi controlli, a distruggere panchine di marmo, le porte e finestre dei bagni pubblici, così come a Santa Croce a Punta Secca, i giochi dei bambini nelle bambinopoli, ovvero qualcosa che appartiene a tutta la cittadinanza santacrocese, che verrà poi riparata con soldi pubblici, con i soldi di tutti noi, o meglio di chi paga le tasse, perché magari alcuni le tasse neanche le pagano, ma le cose pubbliche, quelle sì, le distruggono gratuitamente. Oltretutto la piazza in questione dovrebbe essere la piazza della cultura, delle giovani generazioni, dei residenti che vedono e sanno cosa succede dopo le 20.00. Si spera ancora nella rabbia dei santacrocesi, affinché facciano sentire la propria indignazione nei confronti dell’amministrazione comunale affinché sia più dedita al controllo di queste “carnevalate” e delle forze dell’ordine affinché possano portare legalità e tranquillità in una piazza che appartiene a tutti.