Sequestrata una piantagione di cannabis in c.da Menta: due arresti
Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Ragusa, nello scorso fine settimana, a conclusione di una articolata attività investigativa, hanno dato esecuzione ad una “ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere” emessa dal GIP del Tribunale di Ragusa nei confronti di un ragusano di 53 anni “amministratore di fatto” di una locale azienda florovivaistica, e di un rumeno, 53 anni, anch’egli “gestore” di un fondo agricolo; indagati per produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti mediante la coltivazione di una vasta piantagione di marijuana dai possibili guadagni milionari. Il provvedimento giunge nell’ambito di un più ampio contesto investigativo eseguito da diversi mesi dalla Compagnia di Ragusa, che ha consentito presso la località “Finocchiara” o “Menta” del Comune di Santa Croce Camerina il sequestro di una piantagione di “cannabis indica”, costituita da circa 7.000 piante trovate in piena fioritura e pronte per la raccolta, per un peso complessivo di 5 tonnellate.
L’attività d’indagine, condotta nei comuni di Ragusa e Santa Croce Camerina, ha permesso di scoprire quattro serre collocate in una vasta area di oltre 10.000 mq in una zona agricola che si estende nell’impervio entroterra a ridosso della Strada Provinciale 85. Le piante di marijuana, aventi un’altezza media tra i 150 ed i 200 cm erano ben occultate alla vista di eventuali osservatori, all’interno delle serre, da una “barriera” di ortaggi ad alto fusto. Il servizio, portato a termine dai finanzieri della locale Compagnia – coordinata dal sovraordinato Gruppo di Ragusa – ha avuto origine dallo sviluppo di elementi informativi autonomamente acquisiti nel corso di specifici servizi di controllo del territorio, condotti in stretto coordinamento con gli altri Reparti della Provincia per il contrasto dei traffici illeciti e l’individuazione dei possibili canali di approvvigionamento di sostanza stupefacente. Infatti, nonostante tutti gli accorgimenti presi per occultare la presenza della piantagione scoperta, nei primi giorni del mese di aprile dello scorso anno i militari avevano raccolto indizi dell’esistenza in quell’area di qualcosa di sospetto.
Per questo motivo sono stati disposti numerosi appostamenti, a seguito dei quali sono stati notati movimenti inconsueti da parte di alcuni soggetti che, prima di accedere al viottolo che conduce alle serre sequestrate, soprattutto nelle ore serali, effettuavano ripetute perlustrazioni del perimetro al fine di scongiurare la possibilità di essere scoperti. L’irruzione nell’area agricola è scattata nel momento in cui, avuta certezza della presenza in loco delle piante di marijuana, è stato notato l’arrivo delle persone ritenute responsabili dell’illecita coltivazione. Alla vista dei militari i soggetti, dopo aver esploso diversi colpi di arma da fuoco a scopo intimidatorio, si davano alla fuga attraverso le campagne riuscendo a far perdere le loro tracce. La conseguente perquisizione operata nella piantagione ha portato alla luce un ingegnoso impianto serricolo, dotato di tutti gli accorgimenti necessari a garantire l’ottima riuscita della coltivazione impiantata. Infatti, nei pressi delle serre, è stato rinvenuto un pozzo creato ad hoc da dove attingere l’acqua che poi tramite una pompa, alimentata da un gruppo elettrogeno, consentiva un’irrigazione regolare delle piante di marijuana attraverso un sofisticato sistema di tubi che garantiva adeguata acqua ad ogni singola pianta.
Le meticolose indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ragusa, hanno consentito di accertare che il terreno agricolo ove insisteva la piantagione era da tempo gestito da un soggetto di nazionalità rumena identificato in tale O.C.R., che aveva provveduto a retribuire il locatario del fondo – risultato totalmente estraneo ai fatti contestati – attraverso dei pagamenti effettuati per suo conto dal ragusano V.A., quest’ultimo proprietario del terreno adiacente all’area suddetta sul quale è tuttora presente un’azienda florovivaistica formalmente intestata al figlio ma risultata di fatto gestita dal padre. Gli ulteriori approfondimenti eseguiti, anche di natura tecnica nonché i risultati dei servizi di osservazione e pedinamento, hanno messo in luce l’intera attività delittuosa realizzata dagli indagati consentendo di appurare che l’illecita piantagione era stata interamente realizzata con la complicità del ragusano V.A. imprenditore nel settore florovivaistico che aveva quindi unito all’attività di coltivazione dei fiori quella più remunerativa della produzione di marijuana. Tutto veniva gestito e organizzato mediante la connivenza e il supporto specialistico del rumeno formale intestatario del contratto di locazione del terreno.
Nei loro confronti il GIP del Tribunale di Ragusa ha emesso una ordinanza di applicazione della misura cautelare in carcere eseguita dai militari della Compagnia di Ragusa nei riguardi di V.A., il quale, nella nottata dello scorso 31 gennaio, giunto a Catania con un volo proveniente da Bucarest è stato arrestato in Ragusa a bordo di un’autovettura priva di copertura assicurativa e associato alla locale Casa Circondariale a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Proseguono le indagini per rintracciare il rumeno che ha fornito la propria assistenza e manodopera per la realizzazione della piantagione. Da una stima effettuata sulla base delle prime analisi eseguite dalla ASP di Ragusa, si ritiene che le piante, una volta completata la fase di crescita ed essiccate, avrebbero prodotto oltre 3 milioni e mezzo di dosi, per un giro d’affari di circa 25 milioni di euro. L’operazione di servizio evidenza il costante impegno delle Fiamme Gialle Iblee nel contrasto alla produzione illecita ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, che rappresenta ancora una delle principali fonte di arricchimento dei trafficanti. Per tale motivo deve restare alta l’attenzione in questo territorio che, per l’elevata presenza di serre e coltivazioni agricole, potrebbe facilitare l’illecita coltivazione.