Tripletta di Micieli sulle guide. E anche in Giappone sanno chi è Joseph
Il lavoro paga. Come l’abilità – mai banale – di affidarsi a una tradizione culinaria consolidata, alla selezione delle materie prime da portare in tavola, al lavoro e alle mani sapienti di agricoltori e allevatori locali. Tutto questo crea una miscela vincente, che corrisponde alla capacità di un territorio di essere attrattivo. Anche col cibo. E’ una miscela che Joseph Micieli, giovane chef di Punta Secca, porta avanti da qualche anno. La bontà della sua innovazione in cucina, già certificata dalle frequenti apparizioni in tv a “La Prova del Cuoco”, su Rai 1, si espande su alcune guide e magazine di rilievo nazionale e internazionale. Ma stavolta non è soltanto Joseph a parlare. Sono i piatti e i ristoranti dello chef, che godono dell’eco dei suoi successi, e brillano di luce propria.
Scjabica Cuoco Pescatore, ad esempio, ha appena conquistato la prestigiosa “forchetta” nella guida del Gambero Rosso, consolidando la sua presenza tra i migliori ristoranti d’Italia. E’ migliorato anche il punteggio rispetto al 2018: da 74 a 77. “Per lo chef e patron Joseph Micieli – si legge nella recensione – il rito fondamentale è l’approvvigionamento del pescato: sceglie solo il meglio e poi lo lavora in modo da esaltarlo, accostandolo ad altre eccellenze isolane. Impossibile non farsi conquistare dai crudi, ma pure i piatti cucinati colpiscono per tecnica e abbinamenti, grazie anche alla selezione delle materie prime”. Meritano una citazione speciale la tartare di tonno con acciughe e maionese ai capperi e i paccheri della domenica.
Ma alla guida del Gambero sono rimaste impressi anche le sarde ripiene al finocchietto selvatico e il pescato “a stimpirata”, provate nell’altro ristorante di Punta Secca: Cucina Costiera by Scjabica. Dove lo chef si affranca dallo stile gourmet e si riavvicina alla vecchia “tradizione marinara”. Che ha fatto colpo, evidentemente. Oltre alla menzione, Cucina Costiera ottiene sulla guida anche il simbolo del gambero, che la fa entrare in classifica tra le migliori trattorie. Per il ristorante di piazza Faro, inoltre, le sorprese non finiscono qui: un altro successo clamoroso è il suo inserimento nella guida slow food per le Migliori osterie d’Italia. Quella che esalta i territori e le migliori filiere produttive, la scelta dei prodotti d’eccellenza e la battaglia quotidiana per la qualità. In questo caso vengono esaltati la “stagionalità del pescato”, le “preparazioni espresse” da Micieli e “un’accoglienza attenta ma non affrettata”. Sono questi gli ingredienti per un mix vincente.
“I traguardi prestigiosi raggiunti – commenta lo chef – raccontano grandi sacrifici e obiettivi importanti per me e per la mia squadra, nonostante i mille impegni che mi tengono costantemente sul filo del rasoio. E si tratta di riconoscimenti pregevoli anche per Punta Secca, un borgo marinaro che ha tanto da raccontare. Noi lo facciamo ogni giorno attraverso la nostra cucina, che abbraccia integralmente il territorio e dà voce a tutte quelle persone che contribuiscono a rendere grande un angolo di paradiso. Questo lavoro non è da tutti e molte volte non è apprezzato. Mangiare significa trasmettere qualcosa con un piatto, significa comunione, famiglia, incontro e soprattutto è la forma più comune e indispensabile di cultura”.
A proposito di cultura. Una prestigiosa vetrina per i piatti dell’universo Scjabica arriva dal Giappone. La rivista Cuisine Kingdom ha dedicato un approfondimento sul culto italiano della pasta e ha scelto Scjabica Cuoco Pescatore per raccontare gli spaghetti ai ricci di mare e i paccheri della domenica. Stessa sorte – in salsa nipponica – è stata riservata a Joseph da Elle Japan, un fashion magazine che si occupa di moda e tendenze. Punta Secca e i ristoranti dello chef sono stati catapultati all’interno di un articolo che porta il nome di “Viva l’Italia”. Non c’è modo migliore e più semplice per determinare l’icona di un successo. Di un progetto di vita e di carriera che entrano in simbiosi con un territorio sempre più ricco e da sponsorizzare.