Bottiglie, svastiche e bugie: la vergogna dei 18 alloggi mai finiti
Era il 2015 quando con una delle più belle passerelle politiche veniva annunciato dall’Istituto autonomo case popolari, e dal suo direttore pro-tempore, che entro il 2017 il cantiere sarebbe stato ultimato con il finanziamento di un nuovo progetto che avrebbe ripristinato gli infissi e disposto la messa in sicurezza degli interni, e tutto ciò che riguardava la rifinizione per i dovuti collaudi della struttura. Si tratta dei 18 alloggi popolari dello Iacp in contrada Costa degli Archi a Santa Croce, costruiti per la prima volta negli anni ’80, abbattuti per una serie di errori per cui non ha pagato mai nessuno, ricostruiti nei primi anni del 2000, mai completati e adesso abbandonati.
“Le segnalazioni, le denunce e le continue indignazioni di chi per anni è stato in una graduatoria per l’assegnazione, mai utilizzata se non per fini elettorali, ci ha stancati – dice Salvatore Mandarà, coordinatore provinciale di Fare Ambiente – Il cancello d’ingresso è spalancato, l’immondizia ha invaso i luoghi adiacenti, porte e finestre sono divelte, i servizi igienici non utilizzabili. E’ diventato luogo di bivacco di senza tetto, senza un permesso di soggiorno, dove oltre alle centinaia di bottiglie di birra vuote abbiamo riscontrato stanze adibite all’utilizzo di alcool e fumo e per attività fisiologiche. Dopo 11 anni – continua Mandarà – sicuramente di cattiva gestione, le promesse non sono mai stata onorate. Ad esempio, il progetto pilota, unico nel suo genere in provincia di Ragusa, di impianto fotovoltaico e di strutture a basso consumo energetico per un investimento economico di un milione e 800 mila euro; così come quello da circa 2,5 milioni di euro relativo ai lavori di completamento dei 18 alloggi a canone calmierato. Ed ancora… un’altra dichiarazione del direttore: “Gli scheletri esistenti verranno ultimati grazie al co-finanziamento di Iacp e Regione Siciliana, che ha contribuito per circa 500 mila euro. Ottimisticamente, entro la fine del 2017 verrà bandita la gara d’appalto per l’aggiudicazione dei lavori, che dovrebbero invece cominciare entro il primo semestre del 2018″. Anche in quel caso si trattava di parole al vento”.
“E’ proprio vero – conclude il coordinatore provinciale di FareAmbiente – è una questione che si trascina da troppo tempo, oggi rimane il degrado ambientale con una montagna di cumulo di rifiuti edili da smaltire che sta distruggendo l’immagine di un ambito territoriale dove insistono attività commerciali, abitazioni residenziali e persino il Museo etnografico e demologico dove hanno ripreso vita le tradizioni della città di Santa Croce Camerina”.