Tante scintille, pochi fatti: il Consiglio comunale boccia la mozione su Casuzze
La mozione con cui si impegnava l’Amministrazione, da statuto, ad alcuni interventi nella borgata di Casuzze – dal sistema di regimentazione delle acque piovane, passando per la manutenzione straordinaria della pubblica illuminazione – è stata bocciata dal Consiglio comunale con 7 voti contrari e 4 a favore. Era figlia di una petizione firmata da 1300 casuzzari. “Molte delle cose che ci vengono chieste dal comitato Viviamo Casuzze – ha argomentato il sindaco Giovanni Barone – è già in itinere. Non possiamo pensare di destinare tutte le risorse a una borgata che merita, comunque, tutte le attenzioni del caso. Se l’opposizione sa a quali risorse attingere, lo specifichi nel testo della mozione. Nessuno può dirsi contrario alle richieste del comitato, ma amministrare è un’altra cosa”. I titoli di coda sono partiti dopo due ore e mezza di discussione. I punti all’ordine del giorno – tra cui le interrogazioni sulla scuola Materna, sul degrado di via Rossini e sui topi in paese – sono state affrontate in modo rapido.
La discussione si è infuocata, per la prima ora abbondante, sul mancato inserimento all’ordine del giorno di una richiesta di modifica del regolamento comunale, presentata dalla consigliera Zisa, che secondo il segretario comunale Bella non presentava “parere di regolarità tecnica” e per questo è finita – su indicazione degli uffici – “solo” fra le comunicazioni, senza la possibilità di essere affrontata in aula. Il consigliere Agnello ha inveito contro il presidente Mandarà, reo di “non conoscere il regolamento. In passato alcune richieste che arrivavano dalla maggioranza, una sua e due della Galuppi, sono state ammesse all’ordine del giorno. O si è sbagliato allora o si sbaglia adesso”. “Potrebbe dedicarsi a fare altro, per esempio l’assessore, con molta più serenità” ha chiuso Agnello nella sua arringa. Il Consiglio ha votato all’unanimità l’adesione del Comune di Santa Croce al patto dei sindaci per l’energia e per il clima. Lo stesso Mandarà, prima dell’inizio della seduta, ha comunicato le proprie dimissioni da presidente del distretto socio-sanitario n.44 (l’organismo provinciale che si occupa dei piani di zona) per “motivi personali”.