I favolosi anni ’70 rivivono a Marina di Ragusa nel libro di Pietro Vicentini
Un tuffo negli anni ‘70 si è rivissuto sabato primo settembre a Marina di Ragusa, nella piazzetta retrostante la delegazione comunale, dove è stato presentato il libro “Le stelle di contrada Acquafragile” di Pietro Vicentini, nell’ambito della 1* edizione dell’evento culturale L.I.O.L.A’. A dialogare con l’autore è stata Liliana Russo, specialista in comunicazione, ideatrice e conduttrice di progetti ed eventi socio-artistico-culturali. La storia si dipana in un’epoca in cui “i figli dei fiori”, animati dallo slogan “peace and love”, desiderano un mondo nuovo fatto di esperienze vissute viaggiando in piena libertà per diffondere una nuova filosofia di vita.
Così, due ragazzi siciliani, zaino in spalla, attraversano l’Italia in autostop. Correva l’anno 1972 e tutto ruotava intorno alla musica. I cantanti erano degli idoli e si faceva sempre più strada la filosofia hippy. “La filosofia hippy nasce dal pensiero di persone istruite – ha affermato l’autore – che da adulte volevano fare gli agricoltori. Questo perché, essendo a quei tempi bandita la proprietà privata, sentivano il bisogno di lavorare nelle comuni agricole per vivere come vuole la natura”.
E’ emersa una qualità di vita che appare, oggi, totalmente lontana dalla nostra, quando fare l’autostop era del tutto naturale e chiunque si prestava a darti un passaggio. Anche dormire alla stazione di Roma, all’interno di un sacco a pelo, come hanno fatto i protagonisti del libro, rappresentava qualcosa di normale e non pericoloso. “E’ un libro di uno spaccato sociale che pensiamo di aver dimenticato, i famosi anni ’70 – ha ribadito Liliana Russo -. Il fermento inizia negli anni ’60, matura negli anni ’70 e pone il seme per il decennio successivo. Gli anni ’70 sono il periodo della contestazione giovanile, la rottura con le regole ed i figli dei fiori. Pietro Vicentini l’ha vissuto personalmente, affascinato dalla nuova corrente, quando si viveva un mondo emozionale fatto di contatti umani. Due ragazzi, quasi alla soglia della maturità, decidono di partire in autostop e vivere quest’esperienza. Il motore di questa esperienza è stata la musica”.
L’autore, quindi, ha vissuto in linea generale quanto narrato ma ha altresì romanzato il tutto offrendo al lettore l’immagine di una società che alcuni rimpiangeranno, poiché l’hanno vissuta, mentre altri la idealizzeranno in quanto distante da quella attuale. Un libro in cui l’emozione che ha trainato l’autore si fa coinvolgente e palpabile, grazie ad un linguaggio semplice ed immediato, che non lesina anche quel gergo cameratesco giovanile in cui, a tratti, sembra realmente di sentire dialogare i personaggi a tu per tu. Ad intervallare i vari momenti della presentazione, alcuni brani musicali dell’epoca, ma altresì alcuni passi del libro, magistralmente letti dal poeta Pippo Di Noto, che hanno permesso di creare un’atmosfera accogliente e familiare che i numerosi presenti hanno altamente apprezzato.