Lo scultore di Caucana si ferma: “Rovina pietre centenarie”. Proteste in spiaggia
L’arte libera dà fastidio. L’80enne artigiano Raffaele La Raffa, che settimana scorsa aveva impreziosito la spiaggia di Caucana con le sue sculture su pietra pece, nel pomeriggio di ieri ha dovuto interrompere i lavori. Una visita dell’archeologo Saverio Scerra, rappresentante della Soprintendenza di Ragusa, ha intimato l’alt al maestro scalpellino: l’accusa, dal racconto dei presenti, sarebbe quella di “distruggere delle pietre centenarie”.
Secondo i frequentatori più assidui della spiaggia, però, l’assunto è sbagliato: “Le pietre sono lì da 20-30 anni, non stiamo parlando di massi centenari. E inoltre i lavori dell’artigiano richiamano numerosi turisti. La Soprintendenza dovrebbe ispezionare tutta quella costa pericolante e a continuo rischio crollo intorno agli scavi archeologici, cosa che invece non ha fatto. Tutto ciò crea danni al turismo e al maestro La Raffa che sta facendo tutto ciò in maniera completamente gratuita”. La Raffa era balzato agli onori delle cronache per aver modellato il volto di Polifemo, una tartaruga e un leone. Armato di martello e scalpello, era diventato un’attrazione per i bagnanti, che si concedevano qualche ora di piacevole ozio per vederlo al lavoro. Ieri, in seguito all’intervento di Scerra, molti sono rimasti delusi e hanno protestato verso quella che sulla battigia viene vissuta come una fastidiosa ingerenza. La Raffa si è fermato e pare non voglia andare oltre.
Al coro del dissenso si aggiunge la voce del presidente del Consiglio comunale di Santa Croce Camerina, Piero Mandarà, che qualche giorno fa si è recato nella spiaggia di Caucana per complimentarsi con l’artigiano: “Non mi sembra che ci siano in atto attività o interventi che vanno contro gli “interessi archeologici”, né che mettano a rischio la tutela dei beni paesaggistici e culturali. Né situazioni che possano pregiudicare i processi di bonifica o di recupero o, comunque, aggravare le condizioni di degrado di quel tratto di territorio. Io vedo soltanto un cittadino che, con buona volontà, cerca di abbellire alcune pietre che mai nessuno ha preso in considerazione”.
LA REPLICA DI SCERRA
“Non ho bloccato i lavori, ma ho chiesto a La Raffa di non toccare le pietre che si riferiscono all’antico porto. Poi hanno realizzato una panchina in pietra sul demanio… ovviamente si tratta di opera abusiva!” Lo ha detto Saverio Scerra, l’archeologo della Soprintendenza ai Beni Culturali di Ragusa in seguito al polverone causato dal suo intervento sulla spiaggia di Caucana. Qui di seguito le foto fatte pervenire in redazione.
3 Comments
E’ evidente che il lavoro sulle pietre, non certo reperti archeologici, dava fastidio a qualcuno… ben introdotto nella zona, magari con una grande villa. Ma il territorio non è sotto la giurisdizione del Comune di S, Croce?
perchè si lascia sempre che i prepotenti “ammanicati” l’abbiano sempre vinta?
Siamo sicuri……ke si tratta di un archeologo…. Xké se così siamo di fronte come sempre ad avere persone sbagliate in posti sbagliati….. xké nn ci vuole un archeologo per capire ke sono pietre trasportate estranee al territorio costiero…… e nessuno si è preoccupato compreso la sovrintendenza e l’archeologo a controllare ke si verifichino questo scempio……come passa inosservato all’archeologo visitando le bellissime sculture fatte dal sig. La Raffa…..la scivola fatta in calcestruzzo sull’arenile fino a mare…….a pochi metri dalle opere d’arti….. tutto ciò inspiegabile ke interesse ha un funzionario della soprintendenza di Ragusa a fare un sopralluogo di Sabato mattina alle ore 7:00…..fuori orari d’ ufficio….e successivamente a inviare a nome suo altri delegati….. Tutto normale per un sistema burocratico corrotto….. Come è normale lo stato di abbandono ke preserva e gestisce la soprintendenza di Ragusa sulle macerie di interesse archeologico sempre a Caucana……
Siamo contenti ke la soprintendenza di Ragusa sia intervenuta…… così siamo tutti a conoscenza …….. anke in futuro quali interessi hanno…….
Incredibile ma vero!
Sarebbe un titolo appropriato per un l’articolo che riguarda la querelle tra il gentile Sig. La Raffa e l’archeologo Dott. Scerra in servizio presso la Soprintendenza di Ragusa.
È incredibile che alcune pietre di pece, estratte dalle cave ragusane non più tardi di 55/60 anni fa, vengano scambiate per delle bitte dell’antico porto di caucana. Sembra infatti, che il precedente proprietario della villa che si trova a pochi metri dal sito delle opere e che, se così fosse, avrebbe ricoperto buona parte dell’antica caucana, viste le sue dimensioni, altri non era che il direttore dell’azienda denominata ABCD di Ragusa. Sempre da notizie avute sul luogo da due signori che fruiscono dell’arenile da quando sono nati, sarebbe stato proprio questo direttore, agli inizi degli anni sessanta, a far portare detti massi a difesa della sua proprietà. Forse sarebbe il caso di appurare se ciò corrisponde al vero, anche per evitare inutile spreco di denaro pubblico, nonché una brutta figura da parte delle autorità preposte alla giusta salvaguardia dei beni archeologici e culturali.
Sicuramente il luogo abbonda di reperti e siti archeologi di un certo interesse e rilevanza, vedasi il parco archeologico di Caucana e la zona limitrofa, anche se quest’ultima appare parecchio abbandonata da parte delle autorità competenti, che sembrano invece molto attratte da possibili, ma a quanto pare improbabili, nuove scoperte.
Ma è vero?
Questa è la domanda di tutti quelli venuti a conoscenza di quanto sta accadendo al Sig. La Raffa.
Questo abile e gentile artigiano, con le sue opere, ha illuminato i visi di tanti bimbi venuti a vedere le sue splendide opere e suscitato ammirazione nei loro genitori e nei bagnanti tutti. A fronte di tutto questo e considerato il fatto, non certo trascurabile, della gratuità del suo operato, si trova ora a dover rispondere di chissà quale scempio. Possibile mai che un privato cittadino, animato delle migliori intenzioni, che ha regalato emozioni, suscitato ammirazione e stupore in tanta gente, oltre a delle bellissime opere, debba patire tutto questo, solo perché un funzionario pubblico ha delle visioni molto personali su dei sassi di pece?
Tralascio volutamente la questione della pulizia della spiaggia, servita pure a coprire un pilastro in cemento armato, evidentemente donato da qualche benefattore al sito archeologico già da anni e la cosiddetta panchina, perché francamente non merita alcuna considerazione quanto detto in proposito.
Mi auguro che il Sovrintendente in persona si adoperi per appurare se quanto su esposto corrisponda al vero ed intervenga sui luoghi anche per accertare la natura e l’entità delle opere abusive, ammesso che così si possano definire.
Al Dott. Scerra auguro di non fare la fini di Salvini ed essere accusato di abuso di potere, cosa che nella circostanza potrebbe prefigurararsi.
Al Sig. La Raffa, oltre al mio personale ringraziamento, che va ad aggiungersi a quello di migliaia di persone, offro tutta la mia solidarietà per quanto gli sta accadendo, con l’augurio di venirne fuori al più presto e la speranza che non si fermi uno stupido contrattempo.
Forza e coraggio Sig. La Raffa, vedrà che alla fine la pubblica amministrazione è talmente grande che è in grado di riconoscere i propri errori e quelli dei suoi dipendenti
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