Bernini e la potenza del barocco romano: la lezione del maestro Aquila
Venerdì 9 febbraio, presso la Biblioteca Comunale “Giovanni Verga” di Santa Croce Camerina, si è tenuto un incontro sull’arte, curato dal maestro Giovanni Aquila e promosso dalla società di di Storia Patria. L’argomento trattato è stato il barocco romano e la figura di Gian Lorenzo Bernini. Partendo dalla fine del Rinascimento, in cui lo splendore di Firenze, patria della famiglia Medici, cominciava a tramontare, il maestro Aquila ha evidenziato come Roma sia diventata immediatamente un punto di riferimento per tanti artisti richiamati dal mecenatismo dei Papi.
“Nel ‘600 Roma voleva riprendersi il posto di potere che aveva sempre avuto” ha affermato Aquila, evidenziando come essa accolse Gian Lorenzo Bernini sin da bambino. Il poliedrico artista, nato a Napoli nel 1598 e trasferitosi e Roma qualche anno dopo con la sua famiglia, è stato architetto, pittore, scultore, commediografo e scenografo. “Non riposava mai un giorno e si dedicava al suo lavoro completamente – ha aggiunto Aquila -. Tutti i Papi stravedevano per lui, per la sua bravura. Le sue opere diventavano teatrali, infatti il Bernini concepiva la scultura nell’architettura secondo una visione che voleva sbalordire il visitatore”.
Nel tracciare la figura di questo artista, Aquila si è avvalso di alcune delle sue opere scultoree più famose, ad esempio il “David”, “Apollo e Dafne”, il busto di “Costanza Bonarelli” e “L’Estasi di Santa Teresa”, spiegando con dovizia di particolari le caratteristiche di ciascuna opera. Ha, inoltre, evidenziato l’attività monumentale del Bernini soffermandosi sul baldacchino di San Pietro, con le sue colonne tortili, e La Fontana dei quattro fiumi a Piazza Navona. Una disamina molto accurata ha riguardato la sua attività di architetto, con il Palazzo Barberini, prima, e la Piazza San Pietro, poi, evidenziandone, attraverso delle immagini storiche, le modifiche che l’hanno caratterizzata nel tempo. Un interessantissimo incontro molto partecipato che periodicamente vede impegnato il maestro Giovanni Aquila, già docente di Storia dell’arte, ma anche pittore di grande pregio e straordinario ritrattista.