Chalet sulla spiaggia? “Casuzzari” in rivolta: “Avrebbe impatto devastante”
Un progetto per la realizzazione di un’area attrezzata per cani sulla spiaggia di Casuzze è alla base dell’ultimo polverone social. Da qualche giorno, infatti, è nato su Facebook il gruppo “Casuzze: salviamo le dune e la spiaggia”, cui hanno aderito quasi trecento persone. Il primo post della discussione è quello relativo al tormentone negli ultimi mesi: la creazione di un apposito spazio per animali (e per i padroni) su un tratto di costa che, stando ai critici, è soggetto a erosione costiera. “Questo bellissimo, unico e suggestivo tratto di spiaggia – si legge su Facebook – rischia di essere deturpato per sempre a causa di una delibera del Comune di Santa Croce Camerina, dello scorso novembre, che prevede la costruzione di uno chalet con area attrezzata per cani di 400 metri quadrati, occupando quindi buona parte della spiaggia. Il progetto prevede che dune e macchia mediterranea esistenti vengano distrutti per far posto alla passerella ed alle tubature per acqua, energia elettrica e impianti fognari. Non si evince chiaramente dal progetto ma probabilmente anche la scogliera potrebbe subire dei danni”.
IL SINDACO: “COMUNE CITATO IMPROPRIAMENTE”
Con i “se” e i “ma” non si fa la storia, ma evidentemente la spiaggia potrebbe essere sottoposta a uno stress test di non poco conto. Sul fatto che le responsabilità di un tale deturpamento (o presunto tale) siano imputabili al Comune, però, il sindaco Giovanni Barone reagisce con fastidio: “Noi non abbiamo autorizzato niente. La delibera cui si fa riferimento, che ha ottenuto anche il parere favorevole del Consiglio comunale, non è altro che una presa d’atto. La ditta incaricata di redigere il progetto ha presentato un’istanza per sapere se nel piano spiagge, elaborato dal Consiglio e fatto pervenire all’Arta nel 2010, c’era la previsione di questa struttura. Noi abbiamo semplicemente risposto di sì”.
La delibera di giunta della discordia, su cui anche il Consiglio si è espresso (fra l’altro dopo aver ascoltato il parere dell’Ufficio Tecnico), recita così: “Richiesta concessione demaniale marittima stagionale ai sensi dell’art.36 del codice della navigazione per la realizzazione di un’area di svago con annessi manufatti in legno – Presa d’atto”. La richiesta venne formulata il 23 dicembre 2015 dalla ditta Scarso Attilio e qualsiasi autorizzazione, per procedere all’esecutività del progetto, dovrà essere fornita dall’assessorato regionale Territorio e Ambiente, dato che anche la spiaggia di Casuzze rientra nei beni del demanio marittimo. “Il Comune in questa vicenda viene citato impropriamente – attacca il sindaco – Noi abbiamo solo risposto alla domanda di un cittadino. Non abbiamo fornito alcun indirizzo, né lo faremo in futuro su questa vicenda. Tanto meno rilasceremo autorizzazioni. E’ evidente che qualcuno parla a sproposito”.
COSA PREVEDE L’OPERA: PUNTO DI RISTORO E BOX PER ANIMALI
Ma cosa prevede il progetto tanto vituperato? Un chiosco da adibire a servizi di ristoro, che comprenderà una zona bar, un locale magazzino, servizi igienici e uno spazio ombreggiato; e un’area attrezzata per l’accesso degli animali da affezione che comprenderà, fra le altre cose, un’area gioco, un’area lavoro/attrezzamento e otto box con relativi servizi per la pulizia e la doccia degli animali. Gli accessi sarebbero in via Ortigia e via del Ciliegio. Come si evince dalla relazione paesaggistica, inoltre, “il sito in questione non appartiene a nessun sistema naturalistico particolare. Nell’area, costituita da sabbie dunali, è presente principalmente una vegetazione psammofila pioniera predunale (…). La costa di appartenenza del sito scelto, presenta al di là della zona demaniale, una zona edificata, ad alta concentrazione edilizia” in cui “non sono mancati fenomeni di abusivismo”. Eppure casuzzari e ambientalisti non ci stanno.
SAREBBE UNO SCEMPIO IRRIMEDIABILE?
Al di là di puntare il dito contro le istituzioni, rivendicano un’oasi paesaggistica immutata: “Come si vede dalle foto, la spiaggia è proprio caratterizzata dalla presenza di dune, di macchia mediterranea, di scogli e di fauna, nonché di fine sabbia dorata. E’ il paradiso dei bambini che vanno alla ricerca di granchi e pesci; è l’oasi per quanti vogliono godere delle bellezze naturali e ancora incontaminate che questo piccolo tratto di spiaggia offre. Chiediamo il supporto di tutti (residenti, villeggianti, turisti, frequentatori di questa spiaggia o passanti) per quanto faremo nelle prossime settimane per impedire un irrimediabile scempio”. Che a quanto pare irrimediabile non sarebbe, dato che – e qui ci atteniamo al progetto – “trattasi di opera stagionale e di facile rimozione, che non costituiranno trasformazione paesaggistica”. La superficie richiesta è di 600 metri quadrati circa, di cui 478 coperti con opere di facile rimozione, il resto per cavi elettrici interrati, condotta fognaria e idrica. Eppure, si legge ancora su Facebook, “la richiesta di questo stabilimento balneare è troppo impattante. Credo – scrive un utente – che ci siano dei vincoli ambientali ove insistono dune di sabbia. Inoltre, visto che questa è un’area parecchio soggetta alle intemperie e alle mareggiate, non credo non possa non creare inquinamento ambientale, qualora sia sottomessa ad erosione dal mare. La lingua di sabbia in cui è stata progettata, è troppo stretta per le dimensioni previste, pertanto lascerebbe degli spazi esigui, al normale utilizzo dei bagnanti nonché dei residenti”. Una serie di rimostranza che difficilmente si stopperanno. Ed è subito estate.