Sbarco a Punta di Mola: occupanti fuggono, ma in otto vengono rintracciati
Uno sbarco clandestino si è registrato mercoledì mattina fra Casuzze e Punta di Mola, al confine tra il territorio di Santa Croce Camerina e Ragusa. Un barcone, lungo cinque metri circa, ha trasportato in Italia otto soggetti di origine tunisina, fra i 25 e i 30 anni d’età. Non appena toccato terra, gli occupanti hanno subito tentato di far perdere le proprie tracce. Ma sono stati rintracciati dai carabinieri di Santa Croce, in collaborazione con i colleghi di Marina di Ragusa, mentre si aggiravano con gli indumenti ancora bagnati presso il campo sportivo di Marina. Così sono stati presi in consegna e accompagnati all’Hot Spot di Pozzallo per essere identificati e interrogati dai militari. Anche il natante è rientrato a Pozzallo: verrà ispezionato per capire se potrà tornare utile alle indagini.
IL COMUNICATO DELLA POLIZIA
Ieri mattina alle ore 10 circa, un diportista ha segnalato uno sbarco in atto nei pressi di Punta di Mola a Marina di Ragusa. Immediatamente è stato attivato il c.d. “Piano Sbarco” della Prefettura di Ragusa che prevede l’impiego di tutte le Forze di Polizia sia via terra che via mare. Le Volanti della Polizia di Stato, la Squadra Mobile, le pattuglie della Guardia di Finanza e dei Carabinieri della Stazione di Marina di Ragusa hanno rintracciato dopo pochi minuti dallo sbarco 8 migranti che poco prima erano stati visti sbarcare. Erano tutti ancora bagnati e cercavano di disperdersi sul territorio, tentativo andato vano per il pronto intervento degli uomini dello Stato. Contemporaneamente la Capitaneria di Porto ha recuperato la piccola barca in legno con l’aiuto del sempre presente personale della Protezione Civile di Ragusa intervenuto con un gommone.
Gli otto migranti sono stati condotti presso l’Hot Spot di Pozzallo dove sono stati identificati dalla Polizia Scientifica della Questura di Ragusa. Le immediate indagini hanno permesso di appurare che i migranti fossero certamente 8 perché è stato esaminato un video registrato durante il viaggio da uno dei passeggeri. Non vi è nessuno scafista perché i migranti si sono organizzati autonomamente, comprando barca, cibo e benzina per raggiungere l’Italia, alternandosi alla conduzione del natante.
Tra gli 8 tunisini, uno è stato trovato in possesso di una carta d’identità italiana falsa valida per l’espatrio dove peraltro era attestato che fosse cittadino italiano. La Squadra Mobile e la Digos della Polizia di Stato congiuntamente ai Carabinieri della Stazione di Marina di Ragusa hanno proceduto quindi all’arresto del migrante così come previsto dalle norme vigenti. Le indagini sono state effettuate presso l’Hot Spot di Pozzallo mediante accertamenti tecnici effettuati dagli esperti di falso documentale con l’incrocio dei dati forniti dal Comune di Milano che ha disconosciuto il documento d’identità.
LA CATTURA
Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanne dell’Autorità Giudiziaria.
Era già stato espulso ed ha fatto rientro in Italia clandestinamente, per questo, quando espierà la pena, sarà nuovamente espulso dal territorio nazionale.