Finiti i lavori Enel in centro a Santa Croce: ma le strade sono peggio di prima…
Dopo l’informativa, affissa ovunque senza che mai nessuno l’abbia rimossa, si sono conclusi i lavori effettuati da Enel distribuzione in via Roma, via Mario Rapisardi e via Manzoni e, come previsto da disciplinare, le strade sono state ripristinate alla meno peggio. Come da regolamento, gli scavi per ripristino del manto stradale devono avvenire in due fasi: ripristino provvisorio e successivamente ripristino definitivo della pavimentazione stradale con il materiale originario della carreggiata. L’obiettivo dell’Amministrazione comunale è quello di ottenere i ripristini definitivi che debbono essere eseguiti nel rispetto dei seguenti criteri: devono essere messi in opera i conci, integrati da nuovi qualora ciò sia necessario seguendo il disegno geometrico preesistente. A lavoro ultimato non devono risultare spazi vuoti o interstizi eccessivamente larghi e a ripristino avvenuto il piano di calpestio deve risultare continuo e privo di dossi o avvallamenti.
Sul piano tecnico, le ragioni del ripristino provvisorio sono legate alla necessità di dovere lasciare trascorrere un adeguato intervallo temporale che consenta l’assestamento dello scavo e l’esaurimento dei fenomeni di possibili cedimenti dovuti alla compattazione del materiale di riempimento dello scavo stesso. Tale ripristino provvisorio viene eseguito rispettando i seguenti criteri: il materiale di rinterro della parte bassa dello scavo dovrà essere di tipo sabbioso e sarà posto in opera asciutto a strati multipli ed adeguatamente costipato a strati con l’utilizzo di idonei mezzi meccanici, sopra il materiale sabbioso sarà posato misto granulare stabilizzato asciutto posto in opera a strati multipli ed adeguatamente costipato a strati con l’utilizzo di idonei mezzi meccanici. Infine viene eseguito a chiusura dello scavo uno strato di conglomerato bituminoso.
Queste varie lavorazione comunque non garantiscono l’assenza di cedimenti sull’area interessata dallo scavo in quanto tale fenomeno si può esaurire se l’area interessata allo scavo è soggetta all’azione diretta del traffico e solo dopo che è decorso un certo intervallo temporale. Eseguendo il ripristino provvisorio, in questo modo si può procedere a riaprire la viabilità garantendo un elevato livello delle condizioni di sicurezza per la circolazione veicolare e pedonale. Inoltre essendo il conglomerato bituminoso un materiale tipo flessibile, diversamente dai cubetti in pietra, in caso di cedimento della pavimentazione per il naturale assestamento dello scavo si può intervenire ricaricando con lo stesso materiale per interventi di ripristino con rapidità senza interferire con il traffico veicolare. Bene, alla fine dei lavori, che nessuno ha mai controllato, ci ritroviamo muri e pali ancora con il manifesto Enel, i marciapiedi danneggiati e le strade più dissestate di prima.