Il ricordo di Loris: i compagnetti al cimitero, Veronica gli scrive una lettera
Il 29 novembre, da un paio d’anni, porta con sé un ingombrante velo di tristezza. Loris non c’è più. E’ un’assenza fastidiosa e ingiusta, francamente pesante da sopportare. Per l’omicidio del piccolo è stata condannata la madre. Trent’anni in primo grado. Ma la donna, Veronica Panarello, in qualche modo ha voluto esserci. Così ha fatto recapitare il suo messaggio nel luogo del dramma. In quel canalone dove il corpo del figlioletto venne ritrovato senza vita: “Cucciolo mio, sono passati ormai due anni da quando ci hai lasciati, da quando un destino crudele ti ha portato via da me, da noi e da tutti i tuoi cari – scrive –. Amore mio, sei sempre nei miei pensieri, i ricordi di te riaffiorano nella mia mente. Ricordo quando piccino ti cullavo cantando, ora sono gli angeli lassù che ti cullano. Eri il mio ometto. Rimarrai per sempre inciso nel mio cuore, tu e i tuoi ricordi e di quanto eravamo felici (…) La tua mancanza si fa sempre più forte ed ogni giorno è sempre più straziante. Mi manchi – scrive Veronica –, come mi manca pure il tuo fratellino; tutto è finito con te quel maledetto 29 novembre. E’ difficile sopravvivere a te, amore mio. Prego il Signore e la sua Mamma di darmi tanta forza per andare avanti in questo mio calvario”. E poi il finale, che suscita stupore: “Prego per te, amore mio, affinché tu mi stia sempre accanto nella ricerca della giustizia”.
Al canalone, assieme alla richiesta d’aiuto della madre, c’è anche il messaggio di nonno Francesco. Padre di Veronica, l’unico ad esserle rimasto a fianco nei giorni del carcere e della condanna. Scrive all’adorato nipotino: “Tutto mi sembra freddo e spento senza di te, mi manchi, sempre. Ogni giorno sento la tua dolcissima vocina, la sento nella mia mente, mi fa sorridere tra le lacrime. Sei il bimbo e l’angelo nelle mie preghiere, ti penso e ti cerco lassù nella luce delle stelle. Ti amo profondamente”. Al canalone è un via vai di gente. Arrivano fiori, lettere, qualche gioco. La memoria non si disperde, specialmente quando c’è di mezzo un piccolo angelo.
Anche i compagnetti di scuola lo hanno omaggiato. Hanno letto poesie ed intonato versi. Assieme a loro la preside dell’istituto comprensivo Psaumide, Giovanna Campo: “E’ stato un ricordo molto sentito – dice la dirigente scolastica – durante il quale i compagni di classe di Loris hanno letto poesie e pensierini scritti da loro. Abbiamo cantato per Loris la canzone composta per lui, con il coro che per lui è nato”. Una assenza che diventa presenza quotidiana e costante per i bambini. “In tutti i pensieri – aggiunge la Campo – si evince il vuoto che diventa una presenza in un’altra dimensione. Loris per noi tutti è un angelo che ci aiuta e protegge”. I bambini, assieme a un gruppo di genitori, si sono anche recati al cimitero per far visita a Loris. E hanno reso certamente migliore la serata di Davide Stival, abbracciato da un nugolo di ragazzini al termine della messa per Loris, cui ha partecipato insieme al figlio più piccolo. C’erano anche il nonno Andrea, il sindaco Franca Iurato, il capo della Squadra Mobile di Ragusa Antonino Ciavola. C’era la commozione di una comunità intera. Che soffre ancora per un piccolo angelo volato in cielo.