Caso Loris, il papà Davide Stival chiede due milioni di danni alla moglie
“Davide ha subito una lenta e progressiva fase di dolore in questi due anni accresciuta anche dalle continue versioni fornite dall’imputata e per questo chiediamo un risarcimento di due milioni di euro a testa per il padre e la nonna”. Così Daniele Scrofani, legale di parte civile di Davide Stival e di sua madre Pinuccia Aprile, durante l’udienza riservata alle parti civili nel processo a Veronica Panarello, accusata dell’omicidio premeditato del figlio Loris e dell’occultamento del suo cadavere. Il penalista, che ha parlato per un’ora e mezza, non si è soffermato sul possibile movente, spiegando che “non è fondante ai fini del reato”. L’avvocato Scrofani ribadisce che il suo assistito “non crede alle nuova tesi di Veronica Panarello”, che ha accusato il suocero, Andrea, di avere ucciso Loris per evitare che il bambino rivelasse una loro presunta relazione.
A margine dell’udienza di oggi, ha parlato anche il suocero di Veronica, chiamato in correità per l’omicidio di Loris: “Non ho mai incrociato lo sguardo di Veronica ma solo di mio figlio che ho cresciuto e a cui voglio bene”. Sulla pena richiesta dal pm per la Panarello: “Nemmeno 30, 40, 50 anni basteranno per un bambino che aveva diritto di crescere e aveva tutta la vita davanti. Da due anni dice menzogne”. Poi parla dei rapporti con la nuora: “Quelli di un nonno con i nipoti, il figlio, rapporti schietti e semplici, tranquilli”. I rapporti con il figlio secondo lui si risistemeranno: “Lui sa chi è suo padre e io so chi è mio figlio”.
AVV. STIVAL: “VERONICA? UNA MANIPOLATRICE”
“Veronica Panarello la memoria l’ha sempre avuta. E’ una grande manipolatrice”. Lo ha detto Daniele Scrofani, legale di Davide Stival, il papà del piccolo Loris che secondo l’accusa è stato ucciso da Veronica Panarello, per la quale è stata richiesta una condanna a 30 anni di reclusione. “Non abbiamo sposato la tesi del movente – ha aggiunto – l’abbiamo lasciata aperta, abbiamo spiegato per quali motivi riteniamo che a questo punto e con le acquisizioni probatorie cosi’ forti la individuazione del movente e’ assolutamente irrilevante”. E poi l’attacco a testa bassa alle consulenze prodotte dalla difesa di Veronica. “Abbiamo smontato in modo forte e scientifico e vigoroso le consulenze che hanno sorretto più volte le attività difensive”, dice Scrofani che sulla Panarello conclude: “Molti dati derivavano invece dalla voglia di manipolare. E alcune progressioni dal punto di vista della signora Panarello derivavano dalla volontà di manipolare i dati; non crediamo nel fatto che abbia recuperato la memoria crediamo invece che la memoria l’abbia sempre avuta e abbia utilizzato quest’ultimo escamotage perché non aveva altra chache per uscirsene”.