Malaspina convoca il centro-destra: “Niente veti da Territorio, noi mai col PD”
Dici Territorio e rischi di cadere in un equivoco. Il fondatore Nello Dipasquale, con un passato glorioso in Forza Italia e nel PdL, è adesso braccio destro di Davide Faraone, compagno della prima ora del premier Matteo Renzi. Ha fatto la tessera del Partito Democratico, si batte per il sì al prossimo referendum costituzionale ma ha dato carta bianca ai suoi ex militanti. Territorio non è il Pd e Santa Croce è la massima espressione di due rette parallele che non si incontreranno mai. Non siamo noi a dirlo, ma Eugenio Malaspina, ex assessore allo Sport e al Bilancio nella giunta Schembari. Massimo esponente locale di Territorio ma distante anni luce dalle posizioni del Pd, ancor più in ambito locale: “L’adesione di Nello al Pd ci ha lasciati un po’ perplessi – spiega a Santa Croce Web – ma noi santacrocesi abbiamo dichiarato fin dall’inizio che saremmo rimasti a batterci dentro Territorio. Non ci riconosciamo e non ci riconosceremo mai nel gruppo dirigenziale del Pd di Santa Croce che negli ultimi quattro anni ha amministrato questa città e prodotto solo danni”.
Stabilire una linea di demarcazione, netta secondo Malaspina e il gruppo dirigente locale di Territorio, è utile ad affrontare le questioni che verranno. A partire dalle prossime consultazioni elettorali di primavera, che daranno a Santa Croce una nuova compagine di governo. “L’Amministrazione Iurato – sottolinea Malaspina – ha cercato di distruggere quanto di buono aveva fatto l’Amministrazione Schembari. Quindi non vedo perché andare contro il nostro passato. Eravamo una costola importante di quel progetto di governo. Negli ultimi quattro anni invece il paese è regredito e tutti gli indicatori economici lo dimostrano”.
Sembra che qualcuno, nell’area di centro-destra, voglia rinunciare a voi perché troppo appiattiti sulle posizioni del Pd…
“E’ dall’inizio di questa intervista che cerco di affermare il contrario. Mai col Pd. Territorio, entro la fine di settembre, si farà carico di organizzare un’assemblea per mettere tutte le anime del vecchio centro-destra attorno allo stesso tavolo. Vogliamo fare fronte comune e ripartire con un progetto politico serio e attendibile. La scelta delle persone verrà dopo”.
Qualcuno si è già proposto?
“E’ normale che tutti abbiano delle ambizioni e Territorio non ha preclusioni nei confronti di nessuno. Ma tutte le candidature dovranno essere vagliate da un collettivo. Non sono ammesse fughe in avanti. Vogliamo creare una coalizione con tutti gli elementi caratterizzanti delle passate amministrazioni Schembari e con quanti vorranno sposare il nostro progetto politico. Che non nasce ora, ma quindici anni fa… Vorremmo amministrare al meglio questo paese, cercando di sfruttare in pieno quello che il territorio offre”.
Perché giudica dannoso l’operato del Pd?
“E’ vero che hanno avuto più problemi di bilancio rispetto al passato, ma non ci si può sempre nascondere dietro al refrain che non ci sono soldi. Se il pubblico non ha i soldi per intervenire, bisogna mettere il privato nelle condizioni di farlo. E non porre solo dei freni”.
Qualche esempio?
“Bisogna creare chalet, spiagge attrezzate, servizi per poter usufruire del nostro mare 5-6 mesi l’anno. Quest’estate, a Punta Secca, è nato un immenso parcheggio grazie all’opera dei privati. Bisogna andare in quella direzione per sostenere il turismo. Montalbano è stato un volano pazzesco per la nostra economia, adesso servono delle azioni di supporto. E soprattutto bisogna rendere la vita meno complicata agli operatori commerciali, che possono diventare il vero valore aggiunto dei nostri luoghi”.
Come reputa l’assenza del servizio di salvataggio sulle spiagge?
“Gravissimo. Una Amministrazione deve trovare il modo di garantire i servizi fondamentali. Ma questi signori non sono venuti nemmeno da noi dell’opposizione per chiederci una mano. Hanno solo e sempre sostenuto che mancavano i soldi… Anche se fare il bagno con il mare in tempesta è da sciagurati”.
Lo Sport è un settore in caduta libera?
“I fatti lo evidenziano. Anche qui il quadro economico non aiuta. Ma anziché fare mutui solo per riqualificare la piazzetta di Montalbano, se ne potrebbe fare uno per sistemare gli impianti una volta per tutte. E dato che non ci sono contributi per le società, occorre convocare le aziende e fare in modo che siano loro a supportare le attività sportive. Una cosa che questa Amministrazione non ha mai fatto in quattro anni. Io invece, anche grazie alla mia professione da commercialista, continuo a farlo. Anzi, sono lieto di annunciare che abbiamo chiuso una sponsorizzazione fra il Santa Croce calcio e una ditta che fa lavori di allestimento navale in Francia. Per la squadra di Marco Agnello sarà una bella boccata d’ossigeno”.
Può garantire che il centro-destra si presenterà compatto alle prossime elezioni?
“Quattro anni fa non è successo e abbiamo visto com’è finita. All’epoca ho provato a mediare in tutti i modi… Adesso, dopo quattro anni di attraversata del deserto, siamo più maturi e dobbiamo scongiurare il pericolo”.
Il sindaco uscente dovrebbe ricandidarsi?
“Assolutamente sì. Deve andare a verificare, numeri alla mano, se ha fatto bene. In giro non sento commenti così entusiastici. Ma credo che ogni sindaco uscente abbia la responsabilità di ripresentarsi”.
Chi le piacerebbe sfidare?
“Io sono un soldato. Posso essere in prima linea, ma anche fare l’attacchino per il bene della coalizione. Vediamo che impegno mi sarà richiesto dal gruppo… In ogni caso, se l’assessore Giansalvo Allù decidesse finalmente di stare in prima linea dopo aver maturato esperienza in tutte le amministrazioni da vent’anni a questa parte, giuro che sarei pronto a sfidarlo. Anche se non sono di Santa Croce e non ho una famiglia larga alle spalle”.
Nel centro-destra chi potrebbe aspirare alla candidatura da primo cittadino?
“Abbiamo tante persone valide: il presidente del Consiglio uscente avrebbe le carte in regola, ma anche i consiglieri Agnello e Pernice si sono comportati bene in questi anni. La formula la troveremo. Magari serviranno anche le primarie, lo strumento più democratico che esista. Ma prima parliamo di programmi”.
Come vorreste far ripartire Santa Croce?
“I punti programmatici sono quattro: riorganizzazione dei servizi e della macchina comunale; incremento dello sviluppo economico tramite coinvolgimento delle imprese; grande attenzione per l’agricoltura, tramite un processo di aggregazione, la ricerca di nuovi mercati e un’azione di marketing a costo zero; lotta alla criminalità attraverso controlli mirati e capillari. Bisogna battere i pugni sul tavolo per ristabilire un senso di sicurezza che ormai manca. Mi permette un ultimo appunto?”.
Prego…
“Il nostro bilancio è ingessato dagli stipendi dei dipendenti. E’ un discorso che non piacerà a tutti, ma bisogna fare delle scelte. I cittadini sono stufi di pagare lo stipendio a gente che non produce, quindi non è detto che la pianta organica debba rimanere immutata per sempre. Perché tutti devono rimanere in ufficio quando fuori c’è bisogno di forza lavoro? Bisogna ottimizzare le prestazioni per far respirare l’Ente”.