Meglio sfamare i figli o comprare l’auto nuova?
Il Bilancio di previsione 2016-18 che è stato approvato nei giorni scorsi, è stato senza dubbio il più difficile e complesso della storia amministrativa recente del nostro Ente. Nonostante gli sforzi per far quadrare i conti, la manovra ha previsto decisioni importanti per la nostra comunità, come tagli o riduzioni di alcuni servizi importanti (servizio bagnini, servizio di trasporto scolastico studenti, servizi sociali, servizi agli anziani, sport, spettacoli, eventi culturali ecc..). Su tutto, inoltre, pesa l’evasione in aumento (mancate entrate).
La contabilità armonizzata, il continuo mutamento della normativa non sempre favorevole verso i comuni, i continui tagli a danno di piccoli enti virtuosi come il nostro, l’evasione fiscale ormai a livelli importanti, la bassa percentuale di riscossione delle imposte e delle entrate in genere con conseguente determinazione dell’imponente fondo crediti di dubbia esigibilità, sono fattori che hanno influenzato fortemente il Bilancio del Comune di Santa Croce Camerina. Ma anche la gestione corrente si riflette malamente sulla qualità di vita dei cittadini (sul piano delle tasse, delle tariffe, delle prestazioni, del decoro urbano, della sicurezza, ecc.). La gestione degli investimenti (Belvedere compreso) ha messo e mette un freno, essendo irrisoria e fallimentare, a qualsiasi prospettiva non solo di crescita e di sviluppo della città, ma perfino di ripresa dalla crisi (che fine hanno fatto gli insediamenti turistico-alberghieri sulla fascia costiera?).
Fattori che con responsabilità e obiettività stiamo da tempo cercando di spiegare e giustificare a tutti i cittadini della nostra comunità e che gli amministratori (a malincuore) stanno adottando e attuando per evitare scenari peggiori. Guidati sempre dalla finalità principe cioè salvaguardare i posti di lavoro e i servizi fonfdamentali. Tuttavia resta il fatto che la giunta Iurato è stata fin dall’inizio della legislatura “stanca e continuamente in affanno” su tutte le problematiche e le criticità sia di natura politica, amministrativa e gestionale e i suoi assessori non hanno brillato né per capacità creativa né tantomeno per quella di programmazione e pianificazione delle attività. Il “deficit di Bilancio” infine ha determinato un impoverimento nella gestione delle risorse, una situazione che ha fatto implodere dall’interno la coalizione che pian piano (e non solo per questi motivi) si è sfaldata perdendo difatti la maggioranza per governare la città.
Vedere poi lo stato di degrado (economico, sociale e culturale) in cui è ridotta la nostra città, per ogni santacrocese è un dolore immenso. Una città fatiscente, sporca, insicura, con delle strade che sembrano bombardate da una pioggia di meteoriti. Inoltre si continua a buttare fumo negli occhi dei cittadini, tramite l’accensione di nuovi mutui che gravano sul Bilancio per i prossimi 20 anni (soldi dei cittadini con gli interessi), denotando così una disarmante irresponsabilità amministrativa… Per fare cosa poi, una piazza? Per quanto piacevole ed esteticamente pregevole, un belvedere a Punta Secca, attualmente, non è “la nostra priorità” se non si hanno prima i soldi per garantire i servizi essenziali e l’ordinarietà.
Nessun padre di famiglia si domanda se sfamare i propri figli o comprare un’auto nuova. Quando un politico qualsiasi propone di dare qualcosa ai cittadini, c’è sempre qualcuno che domanda a cosa si dovrà rinunciare. La risposta dovrebbe essere quella del padre di famiglia. Soddisfo i bisogni essenziali della mia famiglia e rinuncio a tutto quello che non posso permettermi. Senza fare debiti e senza illudere i cittadini che il mutuo era l’unica soluzione per realizzare l’obiettivo elettorale (il belvedere era un’opera pubblica che doveva e poteva essere finanziata con fondi extracomunali). Può darsi che garantire i bisogni primari di ogni cittadino in questo periodo particolare sia molto costoso e richieda la metà del Bilancio di un comune. Questo però vuol dire essere vicini alla gente ed operare per il bene comune. Ed è questa la cosa che la gente di questi tempi vuole e desidera da chi amministra una città: “avvicinare la politica alla gente e la gente alla politica”.
1 Comment
e questo NON è il paese il paese che abbiamo prospettato agli elettori in campagna elettorale.
qualche furbo potente e navigato politico ha usato quel progetto per occupare politicamente il paese.
questi sono i risultati.
i fatti sono noti a tutti e ognuno saprà assumersi e proprie responsabilità
rosario pluchino
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