Dall’Europa svolta sul cibo, La Via: “Etichette per tutelare i consumatori”
Un grande risultato per il presidente della Commissione Ambiente, Sanità e Sicurezza alimentare del Parlamento europeo, Giovanni La Via: “Abbiamo dato un segnale forte, a difesa dei consumatori europei, per dare loro informazioni complete e chiare circa l’origine di molti prodotti alimentari”. Venerdì si è votato in via definitiva sull’indicazione di origine e provenienza obbligatoria di determinati cibi tra cui latte, carne, prodotti trasformati (come ragù, lasagne, tortellini) o con un ingrediente prevalente (come la pasta). Si tratta di un passaggio fondamentale che risponde alla necessità di trasparenza per i consumatori, spesso destinatari di vere e proprie frodi alimentari, con tutti i rischi e le insidie per la salute che queste nascondono. “Trasparenza” e “Responsabilità” sono gli obiettivi, come spiega La Via: “Ritengo che l’etichettatura obbligatoria rappresenti la migliore via da percorrere per valorizzare realmente il Made in Italy e la qualità dei prodotti europei”. La “tracciabilità” dunque rappresenterebbe l’unico modo per garantire la tutela dei prodotti, quindi dei destinatari degli stessi, salvaguardando la qualità delle produzioni locali e del nostro patrimonio alimentare, spesso confuso da prodotti di origine non specificata. Partendo dal presupposto che un sistema di etichettatura volontario non avrebbe la stessa efficacia in termini di risultato.
E a chi sostiene che le informazioni di origine non sono richieste dai consumatori per il costo eccessivo che determinerebbero sul prezzo finale dei prodotti, La Via risponde che “così non è”: “Secondo le stime della Commissione europea, il 90% dei consumatori desidera conoscere l’origine degli ingredienti contenuti nei prodotti alimentari trasformati, e la grande maggioranza di essi sarebbe disposta a pagare un piccolo aumento di prezzo, pur di conoscere l’origine del prodotto. E tali dati sono stati confermati dall’esperienza fatta in alcuni Paesi che hanno adottato tale etichettatura su base volontaria, dove non si sono riscontrati grandi aumenti di prezzi per i produttori e i consumatori”. Da una parte dunque, una maggiore consapevolezza al momento della spesa, e la richiesta di informazioni trasparenti, dall’altra l’impegno a favorire le nuove esigenze a tutela del mercato e dei consumatori con una posizione chiara, riguardo ad altri prodotti alimentari, lungo un percorso di responsabilità che va dal produttore al consumatore.