Presentato a Comiso il libro di Francesco Pira: si chiama “Social Gossip”
“Social gossip” è il titolo del libro che è stato presentato presso la Sala “Pietro Palazzo” di Comiso, giovedì 12 maggio. L’evento, organizzato dal Kiwanis di Comiso, di cui è presidente il dott. Giuseppe Raffa, ha visto la presenza dei sindaci di Comiso ed Acate, di alcuni esponenti dell’amministrazione comunale, del Garante per l’infanzia e l’adolescenza di Comiso, dott. Calogero Termini, di alcuni presidi di istituti scolastici ed una serie di associazioni a supporto, fra cui Radio Sole, rappresentata da Genny Andreulli. Ospite d’onore è stata una delle due firme del libro, il Prof. Francesco Pira. “Io e Francesco abbiamo iniziato a fare i giornalisti 35 anni fa ed abbiamo condiviso anche un’esperienza televisiva – ha dichiarato Giuseppe Raffa -. Io sono pedagogista e lui è docente della comunicazione. Molti argomenti si intrecciano, tra cui i social, l’utilizzo scorretto dei social, il cyberbullismo. Per questo ho ritenuto opportuno invitare Francesco, non solo per l’amicizia che ci unisce, ma per un arricchimento professionale. Sono già reduce dalla presentazione di due iniziative importanti, che hanno riscosso un grande apprezzamento, il mio libro sul cyberbullismo e ‘Capitano, mio capitano’, una cerimonia di ringraziamento a tutti i dirigenti scolastici della provincia”. Il libro in questione, scritto a quattro mani da Antonia Cava, docente di Industria culturale e Media Studies, presso l’università di Messina, e Francesco Pira, docente di Comunicazione e giornalismo presso l’Università di Messina, mette in luce i cambiamenti del giornalismo attraverso l’attuale rivoluzione tecnologica, soffermandosi sulla funzione socio-comunicativa del pettegolezzo che imperversa sui social, appunto.
Francesco Pira, dall’alto della sua lunga esperienza di giornalista e di ricercatore nell’ambito della sociologia dei processi culturali e comunicativi, ha esposto i tratti salienti su cui poggia la struttura del libro. “Il gossip è molto più immediato dei social, c’è un dato che dice che il 30% dei giovani stanno lasciando Facebook perché utilizzano tendenzialmente whattsapp e questa abolizione totale dello spazio e del tempo si misura con i mezzi di comunicazione super veloci. Io e la mia collega abbiamo provato a vedere nella storia come il pettegolezzo era ben identificato. Tutto è nato tantissimi anni fa, però c’era sempre questo alone di sospetto, era inteso come qualcosa di frivolo. Abbiamo fatto un percorso forte che ci ha fatto capire, per quello che concerne il giornalismo, che c’è un punto di demarcazione straordinario ed è il famoso caso di Bill Clinton, un caso che ha determinato un percorso diverso. Fra i giornalisti americani, da quel momento, si è rotta l’idea della fonte ufficiale, oggi tutto quello che potrebbe essere diventa, per una questione di velocità, una questione di tempi che si sono moltiplicati. Quindi, intanto pubblico la notizia, poi ci posso tornare. Noi abbiamo due sistemi di comunicazione: la comunicazione di massa tradizionale, che viene fatta attraverso giornali, radio e televisione, e poi la comunicazione dei social, che agisce su un sistema di autocomunicazione di massa. Io genero la notizia e la metto on line. I giornalisti pubblicano notizie che attingono dai social, quindi il tempo della verifica non c’è. Tutto quello che è stato teorizzato sulla mediazione giornalistica, attraverso gli uffici stampa, sta saltando. In questo senso il gossip trova delle strade, per esempio la delegittimazione politica. In un sistema in cui non ci sono più ideologie forti che vanno a contrastarsi tra di loro basta un sussurro per diventare una notizia. C’è questo passaggio che nel libro tracciamo, il passaggio da rumor a gossip, perché il rumor passa, si diffonde tra un gruppo di persone e diventa notizia nel momento in cui i giornalisti se ne accorgono. Noi abbiamo un capitolo che si intitola la “barbaradursizzazione” del giornalismo ed è una ricerca dell’emozione. Il libro è nato come ricerca sociologica, poi è diventato libro. Noi abbiamo fatto un lavoro sfruttando le nostre specificità. Antonia Cava si occupa di televisione ed ha curato la parte relativa alla trasformazione storica del pettegolezzo, tenendo conto del pettegolezzo politico. Io mi sono mosso su tre campi: trasformazione del giornalismo, giornalismo politico e l’ultimo capitolo che si intitola ‘piccoli gossippari crescono’, dedicato agli adolescenti e preadolescenti. Un pettegolezzo può diventare cyberbulismo, sexthing, qualcosa di pericoloso e può generare cose molto brutte. Con questo si è voluto lanciare un allarme, un segnale forte. La sociologia si sta interrogando su come questi mezzi di comunicazione, con un uso non consapevole, possono diventare pericolosi. Siamo in una società edonistica, dell’apparire, una società che brucia le notizie, i personaggi. Bisogna non fare confusione tra l’elemento credibilità e l’elemento reputazione. Il numero di giornali e televisioni si è quintuplicato. Le notizie sui migranti, per esempio, sono aumentate del 250%. Alcuni, come Obama e Papa Francesco hanno trovato il sistema per parlare attraverso il racconto di storie. Raccontare delle storie suscita emozione e suscita il nostro interesse”. Un vero percorso-studio, quello di “Social gossip”, che invita a riflettere su come la notizia sta cambiando attraverso la moderna tecnologia e soprattutto su come quest’ultima sta cambiando la nostra vita, proprio a partire dal gossip.