Palermo – Manifestazione contro Crocetta, la delegazione provinciale di Siciliani Liberi chiede dimissioni
C’era anche una nutrita delegazione partita da Modica, Ragusa, Comiso e Pozzallo, ieri 30 Marzo, a Palermo, nella manifestazione contro Crocetta. Infatti numerosi membri dei circoli della provincia di Ragusa di Siciliani Liberi hanno voluto essere presenti ed unirsi a quel coro che chiedeva a Crocetta e alla sua giunta di avere la dignità di dimettersi, posto che hanno abbondantemente dimostrato di non avere alcuna intenzione né di mantenere le promesse fatte in campagna elettorale, né tantomeno di agire per il bene della Sicilia. Dalla difesa ambientale della Sicilia, (vedi il ritiro del ricorso per il Muos, il non aver voluto firmare per l’indizione del referendum sulle concessioni petrolifere), dalla mancata riforma della formazione professionale, alla difesa dell’edilizia, dalla riforma del Durc agli aiuti alle imprese in difficoltà, nessuna delle promesse di Crocetta è stata mantenuta. Anzi abbiamo assistito ad una progressiva sottomissione agli ingiusti diktat di Roma. Ma la Sicilia non ci sta più e Siciliani Liberi, il movimento fondato dal prof. Massimo Costa, era lì tra quelle 2.000 persone che con una marea di bandiere siciliane ha invaso, pacificamente, Palermo. Bandiere sventolate da disoccupati e imprenditori in difficoltà, da studenti che rifiutano l’idea di dover emigrare per forza per avere un futuro e da disabili cui è stato tolto anche il poco che ricevevano, da casalinghe e lavoratori, da giovani e adulti. Un popolo che finalmente comincia a capire che il proprio futuro è stato svenduto. Ieri le diverse anime del popolo siciliano si sono unite in una sola voce e mentre chiedevano le dimissioni di Crocetta, che è stato, probabilmente, il peggior presidente della Sicilia, esternavano il loro sogno: Sicilia libera!
Il primo passo è stato fatto, per i successivi occorrerà un maggior coinvolgimento, ma soprattutto una maggior presa di coscienza che la Sicilia ha le potenzialità per essere uno stato ricco e libero, ma dovranno essere i Siciliani a costruirlo.