Veronica indica il movente: “Facevo sesso con mio suocero, Loris ci vide”
Non è finita qua. A puntate viene fuori la verità – o presunta tale – di Veronica Panarello. Le ultime accuse della donna, rivolte al suocero Andrea Stival, raggiungono il loro apice in una parte della confessione rivolta a una psicologa presso il carcere di Catania e rivelata venerdì sera dalla trasmissione ‘Quarto Grado’: “Voglio raccontare una cosa che non ho detto prima per la vergogna – ha detto la donna -. Il 19 novembre (2014, ndr) i bambini erano a letto, pensavo che dormissero. Io e mio suocero abbiamo avuto un rapporto sessuale in cucina e Loris ci ha visti. All’improvviso è entrato in cucina e ci ha beccati. Corse subito in camera sua e io lo raggiunsi. Io ero disperata, lui era molto arrabbiato”. Secondo la Panarello, Loris voleva riferire al padre Davide la scena a cui aveva assistito. Così la mattina del 29 novembre 2014 Andrea Stival, con cui da circa sei mesi aveva assidue frequentazioni, si trovò presso l’abitazione di via Garibaldi. Loris non era voluto andare a scuola: “Andrea cominciò a discutere con Loris, poi chiese di andare a prendere qualcosa per farlo stare fermo… Quando tornai di là, Andrea aveva preso un cavetto usb grigio del computer, non so da dove, e lo stava stringendo attorno al collo di Loris”. Il nonno, indagato per atto dovuto, sarà ascoltato mercoledì prossimo. Sottoposta a perizia psichiatrica, Veronica Panarello non soffrirebbe di alcuna patologia.
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Beh, insomma: non certo voi, sempre precisi e corretti…ma, le puntate su questa terribile storia, contribuiscono a farle altri giornalisti, addirittura pubblicando (come ieri sera a Quarto Grado) stralci dell’ultimo interrogatorio secretato. Secretato!
Sarà lecito? Da dove è uscita la velina su quel 19 novembre 2014 osceno?
Ora accade che chi attualmente è indagato nel secondo fascicolo in parallelo a quello di Veronica riceve un bell’assist per (eventualmente) aggiustare alibi e versioni. Presunzione di innocenza per tutti, ovvio: ma alla faccia del “secretato”. Il nonno ricevette nei primi giorni di dicembre sempre da Simone Toscano la notizia che girava un’inchiesta giornalistica in cui loro due apparivano filmati al Vanity &house, là dove due giorni dopo il tragico assassinio non si erano umanamente ricordati di riferire alla procura. Poi, anche loro, nelle varie interviste effettuate, hanno offerto via via versioni diverse. Conad, anzi no, Vanity, piatti, anzi no, svuotatasche, Io Casa, anzi no, spiedini e spiedini scordati, e colazione in piazza, anzi no, a casa, e tabacchino, e farmacia…..
C’è chi può, e c’è chi non può.
In Italia va bene così.
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