Loris, parla la vicina di casa: “Hanno usato il mio nome per gettare fango”
Non si attenua la bufera attorno alla morte del piccolo Loris Stival. Le recenti uscite di Veronica Panarello hanno “costretto” la Procura di Ragusa a iscrivere Andrea Stival, il nonno del bambino, nel registro degli indagati. Per atto dovuto, fanno sapere gli inquirenti. Eppure l’ultima versione della donna, che ha additato il suocero come esecutore materiale del delitto (i due, nella ricostruzione di Veronica, erano amanti da mesi), ha scatenato l’interesse dei media. Il settimanale Giallo, con un titolo dal forte impatto emotivo, ha tirato in ballo Vanessa Di Naro. La vicina di casa della famiglia Stival, in una vecchia intercettazione ambientale catturata in Procura il 27 gennaio 2015, ha detto agli inquirenti che la presenza di Andrea Stival in casa della Panarello, le aveva fatto pensare che i due fossero realmente marito e moglie: “Mi sono confusa perché vedevo Andrea e Veronica molto in confidenza – spiegava la Di Naro – Erano spesso insieme nella casa di lei”. Alla luce degli ultimi avvenimenti, la dichiarazione è stata usata dai media per gettare nuove ombre sulla figura del nonno di Loris e riaprire, mediaticamente ancor prima che giudiziariamente, il caso.
Vanessa Di Naro non ci sta e in un’intervista rilasciata in esclusiva a Santa Croce Web ci tiene a fornire la sua versione: “E’ vero, ho detto quelle cose (era il 27 gennaio 2015, ndr) ma l’ho fatto in buona fede. Invece ci hanno costruito su dei titoli spaventosi. Questo è inaccettabile. Hanno infangato un uomo con delle frasi estrapolate da un interrogatorio. Dicendo che Andrea era spesso a casa di Veronica, non volevo dire che ci fosse qualcosa sotto”.
Come spiega quelle parole?
“Non conoscevo la famiglia Stival quando si è trasferita nel nostro palazzo. Io e mio marito abbiamo comprato casa nell’ottobre 2011, loro sono arrivati nella primavera successiva. Ma Davide non c’era mai, era sempre fuori per lavoro. Andrea Stival veniva spesso a prendere il nipotino, era la figura maschile che entrava e usciva di casa. Per questo pensavo fosse il marito di Veronica… Un giorno la incontrai per le scale e lo dissi anche a lei”.
Andrea Stival era molto presente nella vita della nuora e del nipote?
“Veniva spesso. Accompagnava Loris al taekwondo, se ne occupava in modo impeccabile. Io non ho mai pensato male, mi hanno messo in bocca cose incredibili”.
Cosa le ha dato più fastidio?
“Il fatto che abbiano infangato un uomo usando una intercettazione che per me è banale. Nessuno ha pensato di chiamarmi o chiedermi dei chiarimenti. Hanno ripreso l’articolo in prima pagina parlando di dichiarazioni shock! Ma stiamo scherzando? Si può sbattere il nome e il cognome di una persona su un giornale in questo modo? Con le mie parole hanno costruito una tesi accusatoria. Io non ho nulla contro il signor Stival, a volte abbiamo anche parlato e credo sia una persona perbene. Lei e la sua compagna vengono spesso a fare la spesa nel supermercato in cui lavoro… E poi non faccio parte della loro famiglia, non avrei voluto appesantire una situazione già molto delicata”.
Alla luce degli ultimi avvenimenti, è stata ricontattata dagli inquirenti?
“No”.
Come pensa di agire?
“Consulterò i miei legali, non posso lasciare cadere la cosa. E devo tutelare la mia persona, perché c’è il rischio – fra una settimana o due – che altre dichiarazioni vengano riportate fuori dal giusto contesto. Non si può giocare con la vita delle persone. A distanza di anno è riesplosa la “bomba”. Un conto è il pettegolezzo di paese, ma la stampa no, non posso accettarlo. Se potessi tornare indietro non direi più nulla. Non ho scelto io di essere la vicina di casa di Veronica Panarello”.
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