Marina di Ragusa, presero coppia a bastonate: arrestati gli autori VIDEO
Rapina in stile “arancia meccanica” scoperta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Ragusa, che hanno eseguito tre misure cautelari in carcere, emesse dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Ragusa, dott. Claudio Maggioni, su richiesta del Pubblico Ministero dott.ssa Valentina Botti della Procura della Repubblica iblea capeggiata dal dott. Carmelo Petralia. Sono state svolte anche diverse perquisizioni nei confronti di tre soggetti di nazionalità rumena, individuati come responsabili di una rapina molto violenta, compiuta con lo stile della banda dei “drughi” del film “arancia meccanica”, ai danni di una coppia residente a Marina di Ragusa.
Era la sera del 6 marzo scorso, verso le otto di sera, quando quattro individui con il volto travisato e armati di bastoni, spranghe e un fucile, si sono presentati alla porta di un casolare nelle campagne di Marina di Ragusa, abitato da un coppia agricoltori, facendo irruzione nell’abitazione e aggredendo brutalmente le povere vittime. Per loro, infatti, da quel momento in poi è iniziato un vero e proprio incubo, durato circa venti interminabili minuti, durante i quali venivano selvaggiamente picchiati a bastonate, a tal punto che l’uomo ha finanche perso i sensi. Quindi i malviventi hanno iniziato a rovistare dappertutto, mettendo letteralmente a soqquadro l’abitazione, impossessandosi di tutti i preziosi, denaro contante per quasi mille euro e i telefoni cellulari.
Un’ultima estrema reazione della donna, proprio mentre il marito si risvegliava e afferrava il manico di una scopa ha convinto i malfattori che era il momento giusto di andarsene. Prima di fuggire, però, i malviventi, al fine d’intimorire ancora di più le povere vittime e farle desistere da un improbabile tentativo di seguirli, esplodevano anche un colpo di fucile, che attingeva e distruggeva un mobile in legno. Appena ripresasi la coppia di giovani, tramite dei vicini di casa (visto che durante la rapina erano stati privati dai telefoni cellulari) hanno richiesto l’aiuto dei carabinieri sul numero unico europeo di pronto intervento 112.
Immediatamente sono sopraggiunte posto diverse pattuglie, del Nucleo radiomobile di Ragusa, della Stazione di Marina di Ragusa e del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale, che hanno avviato le indagini. Proprio i telefoni cellulari delle vittime asportati dal branco, sono stati il punto di partenza. Infatti sono stati subito richiesti i tabulati telefonici delle utenze delle vittime per capire chi li avesse acquistati o utilizzati dopo la rapina. Si è potuto così risalire a due ricettatori, due ragazzi rumeni residenti a Vittoria e da loro a chi glieli aveva ceduti, i rapinatori appunto. Con ulteriori indagini, s’è quindi scoperto che chi aveva venduto i telefonini era anche stato a Marina di Ragusa la notte della rapina.
Da qui s’è potuto individuare esattamente i quattro componenti del commando autore dell’assalto. Dopo l’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere, questa notte, con l’ausilio di un’unità cinofila per ricerca di armi ed esplosivi del nucleo carabinieri cinofili di Nicolosi (CT) i tre rapinatori sono stati catturati presso i rispettivi domicili. Nel corso delle numerose perquisizioni di stanotte sia a casa dei rapinatori che presso quelle dei due ricettatori, è stato recuperato uno dei due telefonini sottratti alle vittime. I tre soggetti arrestati per il reato di rapina pluriaggravata in concorso sono Florin Ciubotaru, 28enne incensurato, Paul Emilian Maftei, 35enne pregiudicato, Florin Sandu, 30enne pregiudicato, tutti residente attualmente a Vittoria. Dopo i rilievi foto-dattiloscopici sono stati accompagnati al carcere di contrada pendente a Ragusa. Le indagini proseguono e non si esclude vi possano essere presto ulteriori sviluppi.
1 Comment
mi riferisco alla coppia presa a bastonate. Cosi – secondo renzi – va bene? L’anziano si presenta col manico della scopa e il delinquente spara in aria a scopo intimidatorio nella casa degli altri. Ma stiamo scherzando. La legge in Italia non è uguale per tutti.
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