Montalbano, il marchio che non decolla: serve azione forte e immediata
Il marchio collettivo, italiano o comunitario, serve a garantire l’origine, la qualità e la natura di un prodotto o di un servizio. Il marchio geografico “Le Primizie di Montalbano” ha una funzione diversa da quella tipica in quanto non contraddistingue il prodotto di un imprenditore, e non può essere registrato da un’impresa per contrassegnare i propri prodotti. Il gruppo degli Agricoltori è stato legittimato dal consenso elettorale alla creazione di un “brand” unico, in quanto porta la dicitura di un’importante fiction televisiva, quella del commissario Montalbano, con una spesa, per adesso, di oltre 64 mila euro.
È vero, produrre e commercializzare ortaggi locali, caratterizzandoli da certificazioni atti a garantire gli standard qualitativi, la provenienza, la composizione di un prodotto, regolando l’uso del marchio collettivo e concedendolo solo ai prodotti che rispettino i criteri stabiliti, potrebbe veramente rilanciare l’economia Iblea. Ma è anche vero che sono trascorsi tre anni ed i primi dubbi che trapelano tra le file stesse degli imprenditori sono: perche 25 mila euro per uno studio di fattibilità? In quanti siamo, quanto potremmo o dovremmo produrre per soddisfare i futuri consumatori? Per quali mercati? E tutto ciò ha un vantaggio economico?
Per l’assessore Corallo “sarà il tempo a dirlo”, in verità di tempo oramai ne è rimasto poco. Tra qualche mese inizia la nuova “campagna” ed è necessario l’avvio di tutte le procedure necessarie e propedeutiche per sapere di quanta superficie serricola si può contare al fine di contrattualizzare le produzioni. Ed infine un’azione forte e strategica di marketing non solo per portarlo fuori dalle mura santacrocesi ma per controllarne le fasi di vendita e post vendita, fondamentale, altrimenti il rischio è quello che ancora una volta a pagarne il conto e i fallimenti anche elettorali, sono sempre i cittadini.