La rubrica dell’Upd Santa Croce: “Face 2 Face” con Calogero La Vaccara
Secondo appuntamento con “Face 2 Face”, rubrica sportiva ideata dal sito ufficiale biancoazzurro e dal giornale online Santa Croce Web. Per il 2° numero della rubrica siamo insieme a Calogero La Vaccara che da due stagioni è stato il tecnico del Santa Croce in accoppiata con Samuele Buoncompagni. Arrivato in maglia biancazzurra nella stagione 2012-2013 si è confermato uno di quei bomber di razza che i gol ce li hanno nel sangue, mettendone a segno con il Santa Croce quasi 50. Calogero La Vaccara, originario di Sciacca, cresciuto nelle giovanili del Torino, ha giocato in C1 con Pistoiese e Marsala, ma anche in Serie D con Sancataldese, Leonzio, Folgore, e nuovamente con il Marsala, prima di venire ingaggiato dal Palazzolo. Nella sua lunga carriera ha realizzato circa 250 gol, ben 107 dei quali con la maglia gialloverde del Palazzolo. Proprio con i palazzolesi ha conquistato una promozione in Serie D, segnando 30 gol, dopo averne vinto un altro con il Marsala. A quasi 37 anni (li compirà il prossimo 22 novembre) il buon Calogero non ha ancora perso la vocazione del gol, ma da un paio di stagioni si è riscoperto un ottimo tecnico. Con la guida di La Vaccara, infatti, il Santa Croce per ben due volte, ha sfiorato il salto di categoria in Eccellenza, raggiungendo nella stagione 2013/14 la Finale di Coppa Italia di Promozione e in questa stagione la semifinale dei play off. In quest’intervista abbiamo analizzato i due anni in maglia biancazzurra di Calogero La Vaccara, vagliando i pro e i contro della sua esperienza con il Santa Croce.
Era l’estate del 2012 e presso un noto locale di Ragusa, alla presenza del direttore generale del Santa Croce Claudio Agnello, firmasti il tuo primo tesseramento per la società camarinense. In quel momento sospettavi che ti saresti legato ai colori biancoazzurri per ben 3 anni consecutivi?
“Sinceramente no… tanto meno dopo aver avuto degli attriti con un dirigente dopo solo una settimana di preparazione. Poi invece con il passare del tempo mi sono reso conto che era l’ ambiente giusto per qualcosa di più duraturo.”
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