“Loris è morto fra le 8.30 e le 10”: depositati i risultati dell’autopsia
Il piccolo Loris Stival è morto, “tra le 08.30 e le 10 del 29 novembre 2014” per “asfissia da strangolamento” causata dall’utilizzo di “fascette di plastica” che “sono compatibili” con quelle sono state consegnate dalla madre, Veronica Panarello, a insegnanti del bambino di 8 anni due giorni dopo il delitto. È quanto si legge nell’autopsia depositata dal medico legale Giuseppe Iuvara alla procura di Ragusa e alla parti. Nel referto si “esclude che il piccolo sia stato vittima di violenza sessuale, anche in passato”.
Nel suo ricorso in Cassazione, utile all’eventuale scarcerazione di Veronica Panarello, l’avvocato difensore Francesco Villardita contestava proprio l’autopsia, in ordine sia all’ora del decesso, sia alla compatibilità delle fascette stringi cavo con le ferite riscontrate: “Tale compatibilità, giudicata tale solo dopo l’acquisizione delle fascette stesse, è dato ampiamente sperato dalla consulenza a firma del professore Ricci dalla quale si rileva l’assoluta incompatibilità con le lesioni riportate” scriveva il penalista. Che ha sempre sostenuto la tesi secondo cui il bambino sarebbe morto qualche ora più tardi rispetto a quella segnalata dal medico legale, cioè mentre la madre si trovava al corso di cucina di Donnafugata. In questo modo Veronica avrebbe un alibi e sarebbe scagionata.