I fatti che ci hanno più o meno emozionato nel 2014. Parte 2: luglio/dicembre
LUGLIO: bastò una delibera per scatenare la bagarre. E’ quella che riguardava una spesa effettuata dall’Amministrazione comunale per la realizzazione di due nuove fioriere nella frazione di Punta Secca. Non si trattò di una spesa poco indifferente: stiamo parlando di 11.712 euro per “la realizzazione dell’intervento denominato ‘lavori di realizzazione di n.2 fioriere in località P.Secca’ con la collocazione di n.2 piante ‘cocus’ (non lasciatevi ingannare dal nome, please) per ciascuna fioriera”. La discussione, sul noto social network Facebook, raggiunse picchi di interesse notevole e in coro si decretò: “Non fiori,ma opere di bene”. Tra queste ultime rientrò a pieno titolo una donazione dell’artigiano locale Nino Barone, un fabbro, che realizzò, interamente in ferro, una statua presto denominata quella della discordia. Rappresentava più o meno nelle sembianze un insolito Luca Zingaretti in versione vacanziera e con il consenso degli amministratori fece gli onori di casa e attese i turisti al parcheggio di ingresso della frazione balneare di Punta Secca, per una foto ricordo, piuttosto originale, prima di essere rimossa “misteriosamente” come solo Camilleri avrebbe potuto scrivere, a fine estate.
SETTEMBRE: il marchio Montalbano. Le richieste di adesione sono molteplici (quante? Se lo chiedono da mesi in paese anche chi proprio esperto di prodotti agricoli non è e fatica a distinguere una piantina di prezzemolo da una di basilico. Una? Nessuna? Centomila?). Il marchio geografico collettivo dei prodotti orticoli di Santa Croce “le primizie di Montalbano”, cavallo di battaglia della campagna elettorale del sindaco, ha il compito di promuovere le eccellenze del territorio fuori dai confini regionali. “Un marchio d’identità che certifica la salubrità e la provenienza degli ortaggi…” spiegava il presidente dell’organismo di controllo e di gestione del marchio, Guglielmo Occhipinti. Il suo invito era rivolto ai produttori, singoli e associati, ad aggregarsi e a cooperare per costruire quel grande consorzio di cui tanto si parlava. Il marchio viene rilasciato dal comune di Santa Croce, gestito attraverso un organismo di gestione e controllo di cui fanno parte rappresentanti dell’azienda sanitaria provinciale, della camera di commercio di Ragusa, componenti delle organizzazioni dei produttori e delle associazioni dei consumatori, e ha come scopo la promozione e la certificazione de livello qualitativo dei prodotti agroalimentari del territorio camarinense delle zone ad esso limitrofe. “Fregiarsi del marchio “primizie di Montalbano” – aggiunse Occhipinti – significa, per le nostre aziende, rendersi riconoscibili e migliorare la propria visibilità anche attraverso le numerose iniziative e campagne di comunicazione per la promozione del marchio”.
OTTOBRE: il momento no sul fronte sicurezza. Il nervo scoperto dell’Amministrazione comunale sembrava non rassicurare nemmeno il suo di partito, quello “Democratico”di Santa Croce, che è infatti anche il partito del sindaco, nonché l’unico rappresentante partitico all’interno di giunta e Consiglio comunale. Su Facebook, che si rivela a sorpresa nel corso del 2014, mezzo di comunicazione per eccellenza tra le parti in causa, apparve un commento che confermava una certa “distanza” o, quanto meno, una mancanza di dialogo fra la base del partito e chi amministra la città: “Il Partito Democratico di Santa Croce Camerina esprime viva preoccupazione per tutti fatti di piccola e grave criminalità che colpiscono giornalmente tutti i cittadini del comune e si chiede che fine abbiano fatto le 40 telecamere per la video sorveglianza del territorio il cui progetto è stato finanziato dal Ministero con i soldi dei cittadini. Invita l’Amministrazione a volersi fare portavoce presso gli organi istituzionali, Prefetto, Questore, Direttore ASP, per migliorare le condizioni di sicurezza di tutta la cittadinanza. I cittadini sono stanchi di subire furti, ricatti, angherie e presenza di sostanze stupefacenti”. Occorreva aspettare la fine di novembre e dicembre affinché, purtroppo, quelle stesse telecamere, reclamate a gran voce, diventassero protagoniste assolute dei talk show televisivi, oggetto prioritario nelle indagini da parte degli inquirenti per il più grave fatto di cronaca che la nostra comunità potesse prevedere. E, tra smentite e conferme, abbiamo appreso che non fossero omologate, ma 40 e più erano operative. Praticamente come abitare nel paese del Grande Fratello e non saperlo!
Arrivederci al prossimo anno…