Il messaggio di Veronica al marito: “Non abbandonarmi, sono innocente”
Si è tenuto in carcere un colloquio fra Veronica Panarello e il suo legale Francesco Villardita. L’avvocato, dopo l’incontro con la sua assistita, ha riportato le parole della donna: “Mi mancano i miei figli, Loris e il più piccolo, che è solo a casa”. E poi l’appello al marito: “Non mi abbandonare, sono innocente”. La stessa Veronica ha ribadito la versione dei fatti fornita in prima istanza agli inquirenti: “Sono innocente e determinata ad andare avanti per dimostrarlo: ho accompagnato Loris a scuola e non so chi l’ha ucciso”. La mamma di Loris, accusata di omicidio e occultamento di cadavere, ha trascorso la sua prima notte al penitenziario di Catania. Ha dormito all’interno di una cella di isolamento, sorvegliata a vista dalla polizia. A chiunque si sia avvicinato ha confermato di non aver mai ucciso Loris. La donna è stata contestata due volte: sia durante il suo arrivo nell’istituto di piazza Lanza, che nella mattinata di mercoledì. Le forze dell’ordine sono intervenute per riportare tutto alla normalità. La signora Panarello non avrebbe mostrato segni di cedimento, ma sarebbe apparsa sempre lucida. Nel corso della giornata, riferisce l’Ansa, ha mangiato i pasti che le sono stati portati e che, in ogni caso, fanno parte del vitto carcerario che viene dato a tutti i detenuti: in via precauzionale non è stato previsto un vitto separato. Il colloquio con i suoi avvocati, sempre per precauzione e per evitare qualsiasi tipo di contatto, è iniziato solo dopo che sono terminati quelli degli altri detenuti con i familiari.
Giovedì alle 15 Veronica sarà interrogata nel carcere di Catania. La sentirà, nell’ambito dell’udienza di convalida del fermo, il gip di Ragusa. All’interrogatorio saranno presenti il procuratore Carmelo Petralia, il sostituto Marco Rota e il legale della donna, l’avvocato Francesco Villardita. Il gip entro venerdì dovrà decidere se convalidare o meno ed eventualmente emettere l’ordinanza di custodia cautelare per omicidio aggravato e occultamento di cadavere nei confronti dell’indagata.
IL MARITO DAVIDE: “SEMBRA SIA STATA LEI…”
“Allora è stata davvero lei…”. Solo le parole, appena udibili e pronunciate fuori dalla Procura di Ragusa da Davide, marito di Veronica e padre di Loris. Stival, che ha saputo della morte del figlio mentre era in trasferta di lavoro via Facebook, e non dalla viva voce della moglie al telefono, sembra essersi convinto della sua colpevolezza. E mormora: “Ora lasciatemi solo, devo riflettere”. Il padre di Loris, poi, ha rilasciato anche un’intervista a Quatro Grado, la trasmissione di Rete 4 che andrà in onda venerdì sera: “Se ho dubbi? Dubbi non ne ho, anche perché si è sempre comportata da mamma e da papà quando io non ci sono stato per lavoro… Però non l’avrei mai immaginato. Stiamo insieme da dieci anni, e fino all’ultimo non ho visto comportamenti strani. Se è vero che ha tentato di togliersi la vita, l’ho scoperto adesso”.
“Potrei pure dire che è stata lei – prosegue – però non saprei… perché dei fotogrammi sono soltanto fotogrammi… ma ci sono tante coincidenze contro di lei. Per quello che ho visto e per le tante coincidenze che lei non dice, sembra sia stata lei… A quanto mi hanno fatto vedere gli inquirenti, lei non è andata a scuola. Ho chiesto a mia moglie se fosse andata, ma lei mi dà sempre la stessa versione, con sicurezza dice: ‘L’ho accompagnato'”. Sulla mattina del 29 novembre emergono altri particolari: “Nel frame in cui sembra che ci sia Loris che torna verso casa, non sono sicuro che sia Loris. È una sagoma. Veronica mi ha detto che quella mattina Loris non voleva vestirsi perché per lui era sempre un po’ difficile andare a scuola, ma poi si è vestito. Io l’ho sentita ed era tranquilla. Poi quando non si trovava più Loris, nel primo pomeriggio, me l’ha detto per tornare e cercare insieme Loris. Da internet, in seguito, ho scoperto del ritrovamento”. E infine: “Chi è stato è stato. Anche se è stata mia moglie, deve pagare. Se ci sono le prove, perché dovrei starle accanto?”.
L’AVVOCATO DI VERONICA: “VIGE LA PRESUNZIONE D’INNOCENZA”
Prima del suo ingresso in carcere per il colloquio con la sua assistita, il legale di Veronica Panarello si è intrattenuto con i giornalisti: “Le contestazioni dei detenuti nei confronti della mia assistita? Purtroppo rientrano nella normalità, nel sentire comune, per una mamma che è accusata di aver ucciso il suo bambino. Non è giusto considerare una persona colpevole – ha ricordato Villardita – prima che ci sia un regolare processo perché vige la presunzione di innocenza, al pari di tutte le altre detenute che vanno considerate innocenti fino a sentenza definitiva di condanna. Se questo discorso vale per loro – ha chiosato l’avvocato – deve valere anche per la signora”. La salma di Loris non è ancora rientrata in possesso della famiglia: “Non abbiano notizie, ancora, sui tempi della restituzione della salma di Loris alla famiglia. Il corpo rimane ancora a disposizione della magistratura. Penso che ci saranno degli esami da effettuare, anche perché ieri sera sono stati prelevati spontaneamente dalla signora tamponi salivari per effettuare prove del Dna”.
LA MADRE DI VERONICA: “NON E’ UN MOSTRO, COPRE QUALCUNO”
Dopo averla scaricata (“Non si fa viva da nove anni”), la signora Carmela Aguzza fa un passo indietro e tende la mano alla figlia Veronica: “E’ stata sempre una ragazza problematica, ma non è un mostro: sono convinta che nasconda qualcuno o qualcosa. Anche oggi mi dispiace, perché lei è mia figlia e non provo odio per lei, nonostante la morte di mio nipote. Mi ha accusata di avere preso Loris – aggiunge – e mi ha mandato i carabinieri a casa: li ho fatti salire mettendo la mia abitazione a loro disposizione. La fontana vicina al Mulino Vecchio? E’ vero che la conoscevamo, ci andavamo a prendere l’acqua” conclude la nonna materna del bambino, morto il 29 novembre ad appena 8 anni.