La ricerca della felicità secondo Paolo Crepet: incontro al Lumiere di Ragusa
Un successo quello di mercoledì 26, un’iniziativa apprezzata dai molti che ne hanno preso parte: il master formativo al Cine-teatro Lumiere a Ragusa, ha avuto l’onore di contare sulla consulenza del professore Paolo Crepet, noto psichiatra e sociologo. Il primo di una serie di appuntamenti dal titolo “Genitori & Figli – istruzioni per l’uso”, previsti per promuove la cultura della famiglia e favorire la comunicazione tra i suoi componenti. Sono quattro in tutto quelli già programmati per la terza edizione che nasce dall’omonima associazione in collaborazione con la cooperativa Logos, con il supporto del Comune di Ragusa, Medi Care e Ada Comunicazione. Rivolto ai docenti, genitori, pedagogisti e a chiunque nel mondo educativo si sente ogni giorno chiamato in causa: coraggio, merito e voglia di cambiamento sono, a parere del professore, gli ingredienti fondamentali per educare oggi alla felicità, ma la tendenza di parecchie coppie di genitori è quella opposta e in molti vogliono tenere i figli come sotto una quercia, proteggendoli ad ogni costo, limitando loro esperienze e delusioni che invece fanno inevitabilmente parte di un normale percorso di crescita. La ricerca della felicità, ha suggerito Crepet, è proprio fuori, lontano dalla “grande quercia”.
Per molti lagnarsi è più che un vezzo, una difesa: è ciò che sanno fare meglio perché lo hanno imparato fin dall’infanzia. Combattere questo atteggiamento vuol dire elaborare una nuova grammatica quotidiana, avviare una piccola rivoluzione cui, sicuramente, Paolo Crepet ha dato il suo contributo. Come educare alla felicità? Quella autentica, da non confondere con la gioia effimera? Questo dovrebbe essere il compito primario di ogni adulto e di ogni insegnante, solo così i bambini cresceranno più forti e meno ricattabili, e i ragazzi saranno più liberi. In Sicilia, invece, il numero dei morti ha superato quello dei nuovi nati. Così hanno comunicato recenti indagini statistiche e un asilo è a maggior ragione un diritto inalienabile, un aiuto anche pedagogico: “l’Italia, Paese di santi e di navigatori, è anche quello di grandi pedagogisti” ha ammonito Crepet, invitando la politica a fare il suo dovere nell’amministrare per il benessere dei cittadini.
Anche il lavoro oggi, in tempi di grande crisi culturale prima che economica, non si può cercare più come un tempo; il posto fisso, connotato tipico degli italiani, lo si dovrebbe inventare perché i giovani hanno a disposizione tanti modi per reperire le risorse, tra questi l’uso di internet e molta libertà di movimento a loro disposizione. Proprio la libertà dei ragazzi della società odierna, malgrado la crisi, gli permetterà di vivere il futuro in positivo e diventare a tutti gli effetti cittadini del mondo, trovando opportunità di lavoro anche fuori dai confini dove hanno vissuto. Numerose le esperienza di vita, comprese quelle del suo rapporto con l’unica figlia, raccontate a fondamento delle tesi dal professore, hanno sicuramente contribuito a tenere alta l’attenzione e la partecipazione del pubblico presente in sala. Questo percorso di confronto a tema caratterizzato da un’elaborazione comune, proseguirà con un altro appuntamento per il 28 gennaio alle ore 17 presso il Teatro Comunale Naselli di Comiso e sarà affidato ad un’altra figura importante rappresentativa del panorama culturale attuale: Enzo Bianchi Priore della comunità monastica di Bose di cui è anche il fondatore. Per informazioni e prenotazioni vi segnaliamo il seguente numero 0932 731026 e il sito internet www.associazionegenitoriefigli.it.