Bruciavano rifiuti in un terreno vicino Casuzze: effettuate tre denunce e il sequestro dell’area
I militari della stazione dei carabinieri di Santa Croce Camerina hanno sequestrato un terreno agricolo di 15.000 metri quadrati e denunciato tre persone per reati ambientali. L’altro ieri mattina, una pattuglia di carabinieri, nel corso di un servizio di prevenzione e repressione dei crimini, ha notato una densa colonna di fumo nero provenire dalla zona tra Caucana e Casuzze. Sapendo che nella stagione invernale quell’area litoranea è scarsamente abitata e sospettando ci potesse essere un incendio in abitazione, i due militari sono corsi sul posto a vedere. Giunti a destinazione, ecco l’amara scoperta: due uomini stavano bruciando una catasta di rifiuti. Erba e rami secchi, plastica, rottami di ferro e altro affioravano tra le fiamme. Bloccati i due operai e spente le fiamme, i carabinieri hanno fatto un giro intorno, all’interno di un campo incolto, circondato da villette per le vacanze estive e, oltre a due trattori agricoli, uno utilizzato per arare e l’altro dotato di benna per spostare, rimestare e accatastare i rifiuti, hanno trovato accatastati qui e là diversi quintali di vari tipi d’immondizia. Sfalci di potatura (che nel complesso erano i rifiuti più innocui), plastiche, teli in polietilene, rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (i famigerati e “inquinantissimi” RAEE), vetro, pneumatici di autoveicoli e addirittura lastre ondulate di cemento-amianto, micidiale per la salute umana. Tutta l’area è stata sottoposta a sequestro, ivi inclusi i due trattori. Sul posto è stato convocato il proprietario del terreno che aveva mandato i due operai a “pulire” l’area. I tre, S.T. imprenditore agricolo cinquantenne, G.L., 45enne, e G.D., 34enne, agricoltori, sono stati denunciati per i reati, in concorso, di creazione di una discarica abusiva e combustione di rifiuti, sanzionati con gravi pene dal testo unico dell’ambiente.
Purtroppo il problema delle c.d. “fumarole” è particolarmente diffuso e avvertito nella provincia, specie nella c.d. “fascia trasformata” in cui talvolta gli agricoltori – dopo il raccolto – bruciano tutt’insieme piante secche, teli in polietilene di copertura delle serre, lacci in plastica, contenitori per fertilizzanti. Purtroppo molto di essi non si rendono conto del danno ambientale prodotto dalla combustione, specie delle materie plastiche, causa di grave inquinamento dell’aria. I carabinieri, specie quelli delle stazioni di Marina di Ragusa, Santa Croce Camerina, Scoglitti e Donnalucata sono sempre molto attenti e accorrono dove vedono alzarsi fumo nero. Talvolta purtroppo non trovano sul posto l’autore materiale dell’incendio, che quindi diventa difficile perseguire. Il grave reato di combustione di rifiuti, introdotto nel dicembre 2013 dall’allora Ministro dell’ambiente Orlando per combattere il fenomeno, specie nella c.d. “terra dei fuochi”, prevede nei casi più gravi, addirittura l’arresto in flagranza di reato. Fortunatamente, la sensibilità all’ecologia di diversi cittadini che non tollerano più tali condotte delittuose li spinge a chiamare il 112, aiutando così l’operato dei Militari dell’Arma. Infatti in questo caso la chiamata e il tempestivo intervento, oltre ad assicurare i rei alla giustizia, ha permesso di spegnere le fiamme e ridurre l’inquinamento ambientale.
Redazione