DE PRINCIPATIBUS…
Dopo aver assistito alla superba vittoria della Nazionale di calcio, davanti a un ottimo bicchiere di birra in un famoso pub di Ragusa Ibla, Cassandra, sì proprio lei, ha festeggiato crogiolandiosi al sole sulla spiaggia della sua infanzia e di quella dei suoi adoratissimi figli: Casuzze! E tutto sarebbe finito lì! Ma tra le sue mani spunta un libretto (costo € 0,99), dal titolo “Il Principe”, di “tale” Niccolò Machiavelli! Troppo cervellotico da leggere sotto l’ombrellone? Sarà, ma i neuroni vanno nutriti sempre e comunque… Quindi, che ne pensate se la sacerdotessa mai creduta lo analizza con voi, pazienti lettori cibernauti? E magari si permette di adattarlo alla realtà del momento? Proviamo?
In questo libello si legge: “… quando un privato cittadino, non per scelleratezza o altra intollerabile violenzia, ma con il favore delli altri sua cittadini diventa principe della sua patria… dico che si ascende a questo principato… (il quale può chiamarsi principato civile), o con il favore del populo o con quello de’ grandi… e nasce da questo che il populo desidera non essere comandato né oppresso da grandi ed è grandi desiderano comandare e opprimere el populo… e da questi dua appetiti diversi nasce nella città uno de’ tre effetti: o principato o libertà o licenza… Colui che viene al principato con lo aiuto de’ grandi, si mantiene con più difficultà… perché si truova principe con molti intorno che li paiono essere sua eguali, e per questo non gli può né comandare né maneggiare a suo modo. Ma colui che arriva al principato con il favore populare, vi si truova solo e ha d’intorno o nessuno o pochissimi che non sieno parati a ubbidire… Il peggio che possa aspettare uno principe dal populo inimico è lo essere abbandonato da lui”. Ma “a uno principe e’ necessario avere il populo amico, altrimenti non ha nelle avversità remedio”. In sostanza, secondo Machiavelli, diventare principe per volontà popolare equivale a ottenere, per un verso, maggiore consenso, e per un’altro minore o, addirittura, nessuna opposizione. Quindi il popolo è il mezzo con cui il principe raggiunge e consolida il proprio potere in cambio di promesse di benefici e di libertà. Quindi il popolo non è libero per scelta, ma per volontà e convenienza del dominus a cui ha deciso di ubbidire e di cui ha deciso di farsi governare! Ma questi concetti non vi richiamano nulla alla mente mentre leggete l’attualità?
Il popolo italiano è stato libero o no di scegliere il proprio capo di governo? E’ stato libero o no se opere faraoniche, come il Mose di Venezia, dovevano essere realizzate o meno e, se sì, in quel modo? Ai milanesi è stata data la possibilità di decidere se era più utile per loro un evento come Expo 2015 oppure una serie di interventi più utili e meno appetibili per le mega-organizzazioni criminali di turno? Ai siciliani e ai calabresi è stata data la possibilità di decidere se la Salerno-Reggio Calabria doveva essere l’eterna incompiuta? Ai ragusani è stata data la possibilità di decidere se la loro provincia doveva essere soppressa o meno? Se avrebbe dovuto rinunciare ad avere un’autostrada che la colleghi al resto dell’Italia, specie adesso che c’è la necessità irrinunciabile di migliorare i collegamenti tra il territorio e l’aeroporto di Comiso? Ai santacrocesi è stata data la possibilità di decidere se un pezzo di storia del proprio borgo marinaro di P.Secca dovesse essere o meno travolto dalle ruspe troppo solerti durante il periodo elettorale delle Europee e se il recupero dell’area interessata avrebbe dovuto avvenire a costo zero per i contribuenti, per mezzo di finanziamenti privati, oppure a totale carico degli stessi, e quindi con accensioni di mutui, aumenti di tributi, e balzelli vari? E gli esempi potrebbero triplicarsi, decupicarsi, ma la risposta sarebbe ed è sempre la stessa: NO!!! Il popolo non decide, ratifica decisioni altrui, ed è interpellato solo se ed in quanto la sua decisione può incidere, ribaltandolo o rafforzandolo, sul potere costituito!
Provate a usare questo metodo nella moderna e potentissima Germania! In una città come Berlino, ad esempio, nessuna decisione determinante per la collettività e per il futuro della città può essere presa dall’alto, ma solo attraverso referendum consultivi, i cui risultati vincolano i politici locali! Queste sono le realtà che fanno la la differenza! Quindi liberiamoci dei principi e pretendiamo che le loro decisioni siano mera esecuzione della volontà popolare, anzichè imposizioni di scelte volutamente necessitate. E badate bene che proprio dal cyber-spazio questa reazione può diventare una realtà con cui il sistema non può non fare i conti! Tant’è che anche i grillini sono finalmente scesi dalla loro turris eburnea e dell’isolamento ostruzionistico imposto ai loro deputati per andare a dialogare con i reazionari europei e con il reazionario nazionale che ci governa! E’ evidente, infatti, che la lotta intestina che sta imperando all’interno del Pd può solo giovare ai Cinque Stelle, da un lato, e ai renziani, dall’altro. Ma al popolo sovrano, a quello della Costituzione italiana, a quello chi ci pensa!?!
Cassandra