Il servizio civile al servizio dei baby-immigrati: il progetto della Caritas a favore dell’integrazione
Il maestro deve essere per quanto può “profeta”, scrutare i “segni dei tempi”, indovinare negli occhi dei ragazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e che noi vediamo solo in confuso (Don Lorenzo Milani, Lettera ai giudici): con questo impegno tre ragazze del Servizio Civile Nazionale attivo presso la sede della Caritas parrocchiale di Santa Croce Camerina, animate dalla voglia di metterci in gioco e di dare il proprio contributo alla nostra società multietnica, hanno iniziato lo scorso febbraio un’avventura che le ha condotte alla scoperta del mosaico di etnie che popola la città di Santa Croce Camerina. Difatti la città spicca per la presenza di molti stranieri provenienti da ogni parte del mondo, dal Nord-Africa alla Cina, dall’Albania all’Est europeo, passando per l’India, fino a costituire quasi il 30% della popolazione residente nel territorio comunale. Il progetto sviluppato presso la sede della Caritas sita in Via Camerina 12, interessa circa 40 utenti, bambini e ragazzini figli di immigrati, quasi tutti nati in Italia e che frequentano la scuola elementare e media: questi sono coinvolti nel doposcuola pomeridiano e in momenti ludico-ricreativi. Le varie attività sono programmate all’interno di percorsi di inclusione previsti dal progetto, per valorizzare l’alterità e rendere la diversità una preziosa occasione d’arricchimento.
Particolare attenzione è dedicata al rapporto con le famiglie e al dialogo con gli insegnanti, al fine di individuare le emergenze formative dei minori, talvolta in relazione ai contesti familiari di provenienza, e mettere in atto interventi didattici individualizzati volti a migliorarne il profitto scolastico e la conoscenza della lingua italiana. Le attività realizzate nel Centro Caritas tendono a favorire non solo l’apprendimento, ma anche la socializzazione. Inoltre si cerca di colmare le lacune emotive dei ragazzi, aiutandoli a prepararsi a diventare cittadini attivi e responsabili di una società che non si deve limitare a ospitarli come soggetti passivi, ma dovrebbe offrire loro possibilità concrete di espressione e di realizzazione. Più che positivo è il bilancio dei primi tre mesi d’attività: il monitoraggio della situazione scolastica vede in crescendo la curiosità e l’impegno che i ragazzi manifestano per l’apprendimento e le attività di gruppo. Particolare interesse hanno destato le feste organizzate in occasione del Carnevale e della Pasqua. Difatti queste hanno riscosso grande successo di pubblico per il coinvolgimento anche dei fratellini e dei genitori, suscitando l’entusiasmo di grandi e piccini per le tradizioni e le usanze paesane. Queste iniziative della Caritas, portate avanti con zelo, possono costituire l’humus ideale per lo sviluppo della cultura dell’accoglienza e della reciprocità nella comunità camarinense, condizione indispensabile per continuare nel cammino verso l’integrazione iniziato a Santa Croce Camerina a partire dagli anni ’80 .
Redazione