Il riscatto della donna e l’8 marzo: una giornata per confrontarci e ricordarci quanto valiamo
L’8 marzo si celebra in tutto il mondo la festa della donna. La donna come simbolo di un riscatto sociale e umano, che per secoli ha dovuto lottare per far comprendere che anch’essa era parte integrante di una società che ne sminuiva i connotati, che aveva un’intelligenza e delle qualità che non erano solo relegate al suo originario ruolo di moglie e madre. Una figura che da ombra dell’uomo ha saputo emergere e mostrare in tutto come fosse qualitativamente e intellettualmente uguale all’uomo. Una parità che è stata conquistata a suon di battaglie e ribellioni e che ancor oggi non è uniforme. Non c’è ambito in cui la donna non abbia mostrato di essere all’altezza del compito attribuitole e non solo nelle cariche militari, politiche, giuridiche, manageriali, ma anche nelle piccole grandi cose di tutti i giorni, nel sapersi inventare un lavoro, nel contribuire fattivamente ai bisogni della famiglia, nel supportare in modo esemplare mariti dai mestieri talvolta ‘ingombranti’. Siano esse First Lady, manager di successo, professioniste, scienziate o semplici lavoratrici, mogli, mamme, nonne, la donna racchiude in sé la tenacia e la caparbietà. Come hanno fatto le 129 operaie dell’industria americana “Cotton”, che, nel lontano 1908, furono chiuse all’interno della fabbrica per sedare le loro proteste contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. E quando l’8 marzo scoppiò un incendio all’interno dello stabilimento tutte morirono senza possibilità di scampo, immolandosi per l’ideale in cui credevano. Oggi si è un po’ perso il vero senso di questa giornata, che non dovrebbe essere solo fatta di fiori, cene e festini, ma accompagnata da iniziative significative volte a ricordare e rafforzare il ruolo che la donna ha oggi in tutte le società umane, da quelle più progredite a quelle in via di sviluppo. Perché ricordare l’8 marzo non è femminismo ma un modo per confrontarsi, per celebrarsi e migliorarsi. E’ un modo per dire che anche noi facciamo parte del mondo e che vogliamo contribuire a migliorarlo. Lascia l’amaro in bocca constatare che in un paese come il nostro, dove sindaco, presidente del consiglio e assessore alla cultura, nonostante siano donne, non abbiano lanciato alcun messaggio significativo in merito a questa giornata. Comunque sia, auguri…
Antonella Galuppi